Me piase la Milf: canta Mr. Bernywood in dialetto veneto

PADOVA. «Pancia, tete e cul son le doti del Friul», dice il saggio, vecchio proverbio. «Cellulite a buccia d’arancia, tete grandi e un poco de panza, come no... come no...», canta Alessandro Decio Cimigotto alias Mr Benywood di Marano Lagunare, Friuli, nella sua gettonatissima canzone in dialetto «Me piase la Milf».
Nel video c’è lui, maglietta mimetica, occhialoni da sole, birra, sigaretta; pantaloncini, tatuaggi e orecchini. E ci sino i soci della Camarillo Brillo, la sua band, va da sé stesso stampo. Età tra i 20 e i 30. Un po’ suonano, un po’ se ne stanno seduti su una panchina al parco, belli truzzoni di mamma (loro e altrui), fieri. E un po’ cantano: «Milf, me piase la Milf, quela bona, quela tetonaaa».
Intanto passa una ragazza in short, carina, timidamente ammiccante: manco la guardano, un ectoplasma. I loro occhi grondano invece ammirazione per la bonazza sui 40 che passa di là, e un momento dopo atterra sulla panchina, seduta in mezzo a loro. Truccatona, rossetto sgargiante, forme allegramente giunoniche , tacchi e vestito rosso a giganteschi pois bianchi, scollatura come si deve.
E vai con la canzone: «Foto, poster, gigantografia, Colombari, Gabriella Golia, quando penso a Sabrina Salerno, commetto atti impuri de nda' drito all'inferno...», tanto per chiarire di cosa si parla. La signora a pois sgrana occhi e tette, e loro continuano l’inno alla categoria con esempi concreti: «In tel brasso me se drissa anca el pelo, Rete 4 Emanuela Folliero, mi no rivo a frenà più el mio impulso, co vedo le foto nua de Barbara D'Urso...».
“Me piase la Milf” sta girando sul web e da un mese hanno cominciato a metterla radio Birikina e radio Marilù e il tormentone è partito. «L’abbiamo proposta come disco lancio», spiegano a radio Marilù «e abbiamo avuto un ottimo riscontro. Adesso gli ascoltatori ce la chiedono tutti i giorni». «Me rilasso distirà sul divano, schiso el primo taco su Rai uno, speto che vaga fora me mujer, me toco pian pianin, co vedo Mara Venieeeer...». Voilà.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova