Vandali al Giardino botanico del parco Buzzaccarini a Monselice: «E’ la sesta volta»
Gastone Cusin, che cura l’oasi naturalistica, è stanco di rimediare: «Ci sono 250 specie vegetali, le famiglie educhino meglio i propri figli»

Decine di palette identificative di fiori ed erbe sono state nuovamente distrutte al Giardino botanico del parco Buzzaccarini a Monselice.
A lanciare l’ennesimo appello è Gastone Cusin, 81 anni, il volontario che da oltre dieci anni custodisce e cura lo spazio: «Spiegate ai vostri figli che in questo modo danneggiano tutti». Non c’è pace per l’area di educazione naturalistica: per la sesta volta alcuni vandali hanno rotto le palette in plastica gialla con indicato il nome della pianta e le sue proprietà.
Un gesto che si ripete da troppo tempo e che, oltre ai costi e al lavoro di sostituzione, provoca molta amarezza a Cusin, che ogni giorno, con qualsiasi clima, si prende cura del giardino. «Lunedì mattina sono arrivato tra le aiuole e ho trovato decine e decine di pezzi di plastica disseminati ovunque» racconta con amarezza Cusin.
«C’è tanta fatica e impegno nel prendersi cura di un luogo in cui la meraviglia della natura è messa in mostra in modo semplice e curato. Invece, mi ritrovo ogni settimana a far fronte a danni e furti. Tempo prezioso che viene sottratto alle attività di divulgazione naturalistica che facciamo con scuole, centri estivi e persone fragili, e alla cura stessa del giardino».
Nello spazio verde sono conservate oltre 250 specie vegetali: piante aromatiche, con proprietà medicinali e tipiche dei Colli Euganei, che offrono un’esperienza unica non solo agli avventori del Parco, ma anche alle persone con disabilità che partecipano alle visite guidate. «Chi frequenta il Parco può imparare a riconoscere piante e fiori e godere delle fioriture presenti» continua Cusin «ma ogni volta che qualcuno distrugge i cartellini, ruba le piante o danneggia i vasi, tutto questo viene messo in crisi».
Negli ultimi anni i vandalismi sono diventati costanti: c’è chi ruba piante appena messe a dimora, chi strappa fiori, chi rompe le recinzioni e i cartellini.
I volontari non sanno più come difendersi e Cusin ha fatto un ultimo tentativo: ha affisso un grande cartello accanto ai cartellini rotti, sollecitando rispetto per il luogo. «Chiedo alle famiglie di prestare più attenzione ai loro figli quando sono al Parco» conclude Cusin «sono disponibile a insegnare loro il rispetto per la natura e per i beni comuni, perché solo così possiamo crescere cittadini consapevoli. Distruggere ciò che è di tutti è un danno per l’intera comunità, ma è soprattutto un impoverimento per chi compie questi gesti: chi distrugge, in realtà, priva se stesso della possibilità di capire quanto valore c’è in ciò che lo circonda».
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