Morta di leucemia: ai funerali di Eleonora il prete assolve i genitori

BAGNOLI. «Avete fatto di tutto perché Eleonora guarisse, fino alla fine»: così il parroco si è rivolto ai genitori di Eleonora Bottaro, la ragazza stroncata a 18 anni dalla leucemia, giovedì durante gli affollati funerali a Bagnoli. Almeno 700 persone, fra cui moltissimi giovani, hanno voluto essere presenti per l’ultimo saluto alla giovane la cui storia sta facendo discutere l’Italia intera.
Tanti i ricordi e i pensieri lasciati dagli amici d’infanzia, dai cugini, dai compagni di scuola, dagli scout schierati in divisa. In prima fila, ad ascoltare con gli occhi rivolti verso la bara sopra la quale era stata posata una foto di Eleonora sorridente, mamma Rita insieme ai parenti più stretti.
Non c’era invece il papà, Lino Bottaro, rimasto chiuso in casa. Non se l’è sentita di affrontare anche questa prova e ha lasciato detto agli amici più stretti di non voler vedere nessuno né aggiungere altre parole. Ha voluto dare l’ultimo saluto alla figlia lontano dagli sguardi della gente, per poi rinchiudersi nella casa circondata dal bosco, dove ha cresciuto i due figli che ora non ci sono più. Luca se n’è andato tre anni fa, durante una vacanza sulla neve con gli amici, stroncato da un aneurisma. Aveva 22 anni.
Eleonora aveva scoperto di essere malata lo scorso inverno e, d’accordo con i genitori, ha rifiutato le cure tradizionali, affrontando una dura battaglia legale. Dolore e rabbia hanno segnano questi mesi difficili, tra reparti d’ospedale e aule di tribunale. Durante l’omelia il parroco don Angelo Tinello si è rivolto direttamente ai genitori di Eleonora: «Noi speravamo, abbiamo sperato e pregato. Noi speravamo. Nonostante le dicerie dei giornali e di certa gente avete fatto di tutto perché Eleonora guarisse, fino alla fine».
Il sacerdote ha sottolineato poi lo smarrimento che accompagna una morte così prematura. «La sofferenza di Eleonora non è stata vana» ha poi aggiunto «ha completato in sé il patire di Cristo per redimere questo mondo cattivo e pieno d’odio. Persone come Eleonora salvano il mondo. Ora è stata chiamata a vivere una nuova vita, avvolta nell’abito nuziale dell’amore di Dio».
Don Angelo ha scelto con cura le letture, in particolare la pagina del Vangelo con l’episodio dei discepoli di Emmaus che, nonostante il lungo viaggio insieme, non riconoscono Gesù risorto.
L’invito è quello di trovare un segno di speranza, anche di fronte alla sofferenza e alla morte, come è stato per i discepoli quando hanno riconosciuto Cristo. All’altare sono saliti anche i compagni di scuola, gli amici del paese, i cugini per lasciare un ricordo di Eleonora: «Sei stata una leonessa, forte e viva, un punto di riferimento per tutti noi», ha detto un amico trattenendo a stento le lacrime. «Hai saputo sorridere di fronte al male, non hai mai perso la tua piccola dose di felicita. Portiamo il ricordo di un’infanzia bella e serena, ci legano questi anni vissuti insieme».
«Eleonora dove sei?» chiede una compagna di classe del Duca degli Abruzzi «il tuo sorriso ci raccontava che volevi vivere ancora, eri forte e determinata, ora abbi cura di noi». Presenti in divisa gli scout di Conselve, “compagni di strada” di Eleonora per molti anni, che hanno intonato la canzone scout “La strada”, la preferita dalla giovane. Al termine, sul sagrato della chiesa, gli amici hanno liberato in cielo una lanterna con un ultimo messaggio di saluto e un grazie. Intanto il caso di Eleonora continua a far discutere: non è escluso che la Procura di Padova decida di acquisire gli atti per fare completa chiarezza sulla vicenda.
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