Muore per il Covid nell’ospizio, aperta inchiesta

Aveva 93 anni la signora Elvira Marcandoro quando è stata colpita dal coronavirus all’interno della casa di riposo “Maria Bambina” in via San Massimo. Il 21 aprile 2020 il contagio viene individuato grazie al tampone. Ma solo l’8 maggio successivo la signora sarà ricoverata in ospedale. Il soggiorno in corsia è breve. Anzi,brevissimo: la morte arriva 4 giorni più tardi, il 12 maggio. E ora il pubblico ministero padovano Marco Brusegan ha aperto un’inchiesta dopo l’esposto firmato dalla figlia della signora.
Un esposto in cui, fra le tante domande, si chiede: perché i vertici dell’istituto non erano intervenuti per tempo cercando di evitare o almeno arginare il focolaio? E ancora: perché la madre non era stata curata in modo tempestivo prima del trasferimento in ospedale? Infine: c’erano davvero tutte le attrrezzature per far fronte in modo idoneo alla situazione nell’istituto per anziane donne? L’inchiesta è sono all’inizio. Per ora non ci sono indagati. Il magistrato ha già acquisito la cartella clinica di Elvira Marcandoro che è stata affidata a un medico legale, consulente della procura. Medico che dovrà esaminare attentamente ogni passaggio dal contagio al decesso. All’attenzione della procura, infatti, non c’è la fase di ricovero ospedaliero, ma i 17 giorni di malattia trascorsi nella casa “Maria Bambina”.
Elvira Marcandoro aveva abitato tanti anni nel quartiere Guizza. Un anno e mezzo fa l’età aveva pregiudicato la possibilità di vivere in piena autonomia, così anche per una maggiore sicurezza personale la signora aveva deciso di trasferirsi nella casa di riposo il 9 ottobre 2019, appena cinque mesi prima che esplodesse in tutta la sua drammaticità l’allarme-pandemia. Lo scorso aprile decine di contagi sono scoperti in un’unica struttura cittadina per anziani, appunto la Casa di riposo Maria Bambina. Una struttura gestita dalle suore insieme a personale laico. Il 21 del mese nella Casa arrivano gli addetti dell’Usl per sottoporre al test ospiti e personale: ben 39 ricoverati risultano positivi e, con loro, un medico e una quindicina di operatori socio-sanitari. Tra gli ospiti infetti c’è anche Elvira Marcandoro, classe 1928. Tradotto: soggetto più fragile e ad alto rischio. Passano i giorni e le condizioni della pensionata peggiorano. L’8 maggio non c’è tempo da perdere: la situazione è grave e viene chiamata l’ambulanza per trasferire l’ospite in ospedale. Ma ormai c’è ben poco da fare e il 12 maggio Elvira Marcandoro muore. Un lutto impossibile da digerire per la figlia che, pur conscia dell’età anagrafica della madre, coltiva una serie di dubbi sulla gestione degli ospiti e delle misure all’interno dell’ospizio. Così scrive l’esposto che trasmette in Consiglio regionale: sarà la segreteria dell’organismo a girare l’istanza, per competenza, alla procura di Padova. —
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