Nell’ex acquitrino il fiume fa paura

L’ampia area chiamata Armistizio occupa il cuneo di territorio racchiuso tra il fiume Bacchiglione e il canale Battaglia, che si spinge a sud fino a confinare con Abano. Vi si possono riconoscere tre...

L’ampia area chiamata Armistizio occupa il cuneo di territorio racchiuso tra il fiume Bacchiglione e il canale Battaglia, che si spinge a sud fino a confinare con Abano. Vi si possono riconoscere tre ampi rioni: quello di Paltana, cresciuto a ridosso del Bassanello, la zona di Voltabrusegana, sede in passato di un convento di monache e Mandria, che si è sviluppata costeggiando la via verso Abano. Questa lunga strada, dopo la Prima Guerra mondiale, prese il nome di via Armistizio per celebrare l’importante fatto storico di cui divenne protagonista: era il 13 novembre 1918 quando a villa Giusti del Giardino, storico edificio del rione, fu firmato l’armistizio tra il Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico. Ebbe così fine a Padova la Prima Guerra mondiale. Più a nord, il fiume Bacchiglione è costeggiato da via Decorati al Valor Civile e, nel tratto verso Tencarola, da via Polveriera. A sud, lungo il canale Battaglia corre un argine divenuto per un ampio tratto una pista ciclabile. Provenendo da Padova, il primo incontro è con il sobborgo più recente, quello della Paltana. Il toponimo, dal dialettale «paltan» (fango), rispecchia la reale situazione dell’area fino a un secolo fa: soggetta alle inondazioni del Bacchiglione a causa di argini bassi e trascurati, era un acquitrino malsano e selvoso. Le bonifiche di fine ’800 favorirono il sorgere di dimore contadine e signorili, che si aggiunsero a quelle che da tempo sorgevano nei pressi del fiume, abitate da pescatori, barcaroli e cavatori di sabbia. La crescita urbanistica della zona avvenne negli anni Sessanta. Quasi all’inizio del rione, si trova la villa Elite, uno dei più interessanti esempi tra le dimore erette in stile eclettico tra l’800 e ’900. Anche se la prima dimora della Paltana, il primo edificio costruito nell’intera zona ancora paludosa, fu la (scomparsa) villa Lion con annesso l’oratorio della Beata Vergine, ancora esistente. Oggi la Paltana vanta un’identità molto forte che la riconduce più a paese che a periferia della città. Una storia fatta di solidarietà all’ombra del “Grande vecchio”, il Bacchiglione, che è per i residenti del rione un amico ma anche un pericolo durante le piene: lo sanno bene gli abitanti della golena, vittime di allagamenti che hanno inondato le loro case. Testimonianze delle alluvioni sono quella del 1966, impressa nella testa dei nonni della Paltana e, di recente, quella dello scorso 2010. (e.s.)

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