Ordinanza anti Ebola Lo stop dell’Anci

L’appello del sindaco Massimo Bitonci ai colleghi del Veneto per l’emanazione dell’ordinanza anti-Ebola, non fa proseliti. L’annunciato provvedimento, che dovrebbe vietare l’ingresso in città ai profughi africani privi di certificato medico, sembra destinata a rimanere un’iniziativa isolata.
Spiega Mariarosa Pavanello, sindaco di Mirano e referente dell’ Anci - l’associazione dei Comuni - per il Veneto: «È facile fare ordinanze, il difficile è attuarle». E prosegue: «Bitonci deve spiegare come attuarla: ci deve essere qualcuno che controlli gli arrivi e i certificati relativi e nella mole di difficoltà che ogni giorno interessano le amministrazioni locali, non vedo come sia possibile far applicare questa ordinanza. La maggior parte dei Comuni non sarebbe in grado perché manca il personale. Inoltre bisogna ricordare che le Asl, che dovrebbero essere coinvolte in eventuali controlli, rispondono alla Regione e non al Comune».
Quindi: «Non è che Padova, anche se è un grande Comune, da sola riesca nell’impresa di controllare tutti i cittadini che provengono dall’Africa. Diciamo che è un provvedimento che esprime una preoccupazione, ma Bitonci deve stare attento a non generare allarme». In Anci Veneto, spiega Pavanello, la questione del virus è già stata affrontata: «È stata denunciata l’emergenza sui numeri perché, malgrado la tradizionale storia di altruismo e generosità tipica dei veneti, si stanno superando i limiti numerici dei profughi ospitati. Tuttavia questo, con un certificato sanitario che vieti l’ingresso a chicchessia, non ha nulla a che fare. Il governatore Luca Zaia, a suo tempo, ha sollevato la questione e sono stati aperti dei tavoli ad hoc con tutti i protagonisti: Prefettura, dipartimenti e referenti sanitari, Asl, servizi sociali dei singoli comuni e privato sociale che hanno aderito al Mare nostrum. Sono tavoli di verifica scrupolosi e dettagliati che assicurano i controlli sullo stato di salute dei profughi. Riceviamo report continui». Dunque, ricorda la neopresidente Anci, esistono già dei protocolli sanitari che rimandano a precise profilassi in caso di malattie infettive, Ebola compresa. «Conosciamo ogni passo dei profughi anche rispetto allo stato di salute», conclude, «Sono controllati non appena arrivano e poi quando sono spostati. Dunque la richiesta del sindaco di Padova sarebbe un doppione inutile». L’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, non nasconde un certo scetticismo: «Premesso che il sindaco è l’autorità cittadina quando si parla della salute dei suoi cittadini e dunque può fare quello che vuole, e premesso che non voglio entrare nel merito della questione padovana, va precisato che del virus Ebola se ne sta occupando già il Ministero e siamo stati informati che i controlli saranno implementati anche a livello regionale».
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