Ospedale, diecimila interventi sono in lista d'attesa

Il direttore generale Dario: "Cresce la domanda, i pazienti scelgono l'Azienda ospedaliera anche se bisogna attendere"
DIGITALFOTO LEGNANO INTERVENTO IN SALA OPERATORIA OSPEDALE (Per provincia Pag. 1 pos. 1 B )
DIGITALFOTO LEGNANO INTERVENTO IN SALA OPERATORIA OSPEDALE (Per provincia Pag. 1 pos. 1 B )

PADOVA. Diminuiscono i ricoveri (-2,35% negli ultimi due anni), si accorciano i tempi di degenza (7,81 giorni) e allo stesso tempo cresce l’attività chirurgica (più di 3.500 interventi in più nell’ultimo biennio).

Tutto questo, però, non basta a soddisfare la crescente richiesta di sanità: a oggi 9.500 persone sono in lista d’attesa per sottoporsi a un intervento chirurgico. È questa la fotografia scattata negli ultimi tre anni dal bilancio di attività dell’Azienda ospedaliera.

In vista della conclusione del suo primo mandato padovano, per il manager della cittadella sanitaria Claudio Dario, è tempo di bilanci. «Il dato di chi sceglie Padova è in continua crescita», dichiara il direttore generale, «e rappresenta un valore riconosciuto dalla cittadinanza che preferisce aspettare qualcosa in più pur di ricorrere alla professionalità che trova qui». Il settore più importante su cui si regge la produttività dell’Azienda ospedaliera è rappresentato dall’area chirurgica. Basti pensare che nel 2013 gli interventi effettuati sono stati 41mila circa e 44mila nel 2014 e il trend di quest’anno porta la cifra a 45mila. Significa 870 interventi chirurgici a settimana.

«In questi tre anni, secondo quanto previsto dal Piano socio-sanitario, abbiamo dato particolare valore alla chirurgia», specifica Dario, «dando il via a importanti interventi di ristrutturazione edilizia e al contempo abbiamo adottato nuovi modelli organizzativi interni». Il modello “hub & spoke” (letteralmente mozzo e raggi), parte dal presupposto che per malattie complesse siano necessarie competenze rare e costose che non possono essere assicurate ovunque, ma devono essere concentrate in centri regionali di alta specializzazione.

Il modello prevede quindi la concentrazione dell’assistenza di maggiore complessità in “centri di eccellenza”, mentre i centri periferici hanno il compito di inviare gli ammalati. «Abbiamo creato tre macro aree divise per disciplina», spiega Daniele Donato, «ovvero l’area medica, chirurgica e pediatrica. Abbiamo fatto un grande intervento organizzativo nell’area della medicina, creando percorsi per la presa in carico di pazienti ad alta complessità che uniscono specialità diverse. Ad esempio abbiamo istituito protocolli multidisciplinari per l’osteoporosi, la reumatologia, la psoriasi e non solo». Via Giustiniani è centro di riferimento per i trapianti d’organo: lo scorso anno, a Padova, ne sono stati eseguiti 261 ed in particolare tutti i 21 trapianti di polmone del Veneto. Gli interventi eseguiti in giornata rappresentano circa il 20% di tutta l’attività chirurgica, mentre quelli eseguiti in ambulatorio il 25% circa. Le proiezioni dicono che alla fine del 2015, in Azienda a saranno effettuati in day surgery ben 800 interventi in più rispetto al 2013. «Circa due anni fa abbiamo reso operativa la nuova piastra chirurgica endoscopica», dice Donato, «dove otto unità operative lavorano negli stessi spazi almeno 12 ore al giorno. Vengono eseguiti 18 mila esami diagnostici all’anno, in Italia nessun’altra struttura arriva ad un volume di attività simile. Allo stesso tempo vengono erogate prestazioni che venivano effettuate in sala operatoria, come la rimozione dei polipi di un certo volume». Ricoveri più brevi e diagnosi più complesse.

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