Trovato un cadavere nel canale San Massimo a Padova
La salma è stata individuata vicino agli argini di via San Massimo. Si tratterebbe di un senzatetto: ipotesi scivolamento nel canale

Il corpo senza vita di una persona è stato ripescato questa mattina, martedì 6 maggio, intorno alle 6.40 da uno dei canali interni del centro di Padova.
La salma è stata individuata da un passante che ha prontamente segnalato la macabra scoperta alle forze dell’ordine e al 118. I paramedici del Suem sono arrivati tempestivamente, anche perché la centrale operativa dista appena cento metri da luogo del ritrovamento. Purtroppo però, non c’è stato nulla da fare.
Sul posto si sono recati gli agenti della Questura di Padova per i rilievi e l’identificazione del corpo. Si tratterebbe di un uomo di circa 30 anni di origine romena. Purtroppo la mancanza di documenti d’identità ha reso complicato il riconoscimento della salma.
A portare i primi indizi sull’identità sarebbero comunque stati i sanitari che si sono recati sul posto, e avrebbero riconosciuto l’uomo: si tratterebbe infatti, secondo i primi accertamenti, di un noto senza fissa dimora della città. Al momento si attende anche un riscontro da parte del settore Servizi sociali del Comune di Padova.
Sul corpo non risultano esserci segni che facciano pensare a una morte violenta.
La salma è stata recuperata dalla riva del canale San Massimo, immediatamente sotto al ponte di via Alvise Cornaro. L’altezza dal piano stradale all’acqua è di circa otto metri. Il livello del fiume in quel tratto è di un metro al massimo. Le balaustre ai margini del ponte, che è sia pedonale che stradale per le auto, sono relativamente basse: circa un metro di altezza.
Si tratta di elementi non casuali che potrebbero fornire maggiori indizi su quanto accaduto. Per ora tra le ipotesi c’è quella della caduta accidentale: passeggiando nel buio della notte, con la strada resa scivolosa dalla pioggia battente degli ultimi giorni, il 30enne potrebbe avere fatto un passo falso ed essere caduto.
Non si esclude nemmeno l’ipotesi del gesto volontario, anche se per ora gli elementi nelle mani degli investigatori non portano a suggerire tale possibilità.
Sul posto intorno alle 9 del mattino sono arrivati anche i medici legali, che hanno effettuato gli accertamenti sul corpo. Nessun segno compatibile con una morte violenta, né tagli o lividi che possano indicare una colluttazione prima del decesso.
La Polizia scientifica ha effettuato i rilievi: non risulta che la vittima della tragedia avesse con sé più di quanto indossasse. Tutti gli indizi finiranno ora nel fascicolo d’inchiesta finito sulla scrivania del pubblico ministero di turno, il dottor Francesco Lazzeri.
È probabile a questo punto che la procura disponga il sequestro della salma per effettuare un’autopsia e rilevare ulteriori elementi che possano dare maggiori certezze sulla causa del decesso. Causa che al momento resta ancora da accertare: potrebbe essere la caduta ad avere tolto la vita al 30enne, o un malore antecedente, o ancora l’annegamento dopo essere precipitato nel canale.
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