Padova, hotel nel mirino dei fondi internazionali

«Ricevo telefonate: “Sai se c’è qualche struttura in vendita?”» racconta Soranzo, presidente di Federalberghi Padova

Marta Randon
A Padova tre gli hotel in vendita che attirano l'attenzione di fondi internazionali
A Padova tre gli hotel in vendita che attirano l'attenzione di fondi internazionali

In centro sono pochi, a gestione familiare, e fanno gola. Sempre più fondi internazionali mettono gli occhi addosso alle strutture alberghiere di Padova, in particolare nella zona centrale, ma non solo. «Ricevo diverse telefonate, mi chiedono: “Sai se qualcuno vende? ”– racconta Monica Soranzo, presidente di Padova Hotels Federalberghi –. Sono soprattutto gruppi stranieri, ma ci sono anche imprenditori italiani proprietari di grosse catene di hotellerie che si stanno interessando al mercato padovano riconoscendone il valore strategico». «Agiscono attraverso intermediari, professionisti pagati per fare l’affare – continua Soranzo –. Si tratta di trattative lunghe e delicate».

In città ce n’è una in corso per l’acquisto dell’ex hotel Monaco, un tre stelle di fronte alla stazione ferroviaria chiuso da anni. Si sta muovendo qualcosa anche in piazza dell’Insurrezione, il palazzo che accoglieva la sede dell’Inps potrebbe diventare un albergo di lusso, magari un 5 stelle che a Padova e provincia (terme escluse) manca. «Fino ad oggi non si è sentita la mancanza di un hotel di massima categoria, ma la città del Santo cresce e potrebbe averne bisogno, sarebbe un bel biglietto da visita» dice la presidente.

Gli hotel a Padova e provincia sono circa 110, una settantina sono soci di Federalberghi. Circa trenta si trovano in città. Ma quali potrebbero essere gli hotel sul mercato? «Attualmente non mi risultano nuove strutture in vendita» afferma Soranzo. Eppure su internet la situazione sembra diversa.

Ad Abano e Montegrotto dieci strutture alberghiere in vendita
L'hotel Orologio di Abano in vendita

Il giallo dei tre hotel in vendita

Sul sito più famoso di compravendite (www.immobiliare.it) ne vengono proposti due, ancora in attività. Nel sito www.trovacasa.it, se ne scopre un terzo. I nomi però, come da prassi, non sono indicati.

Il primo è presentato con l’immagine poco esplicativa di un antico lampadario: zona vicino a via Verdi, mille metri quadrati distribuiti su quattro piani, altezza dei soffitti tre metri, due vetrine su strada di 10 metri lineari. Richiesta 2 milioni e 800 mila euro. «Situato in una zona centralissima, offre la possibilità di continuare l’attività alberghiera o di essere convertito in studentato rispondendo così alle crescenti esigenze abitative della città» si legge nell’annuncio.

Non si tratterebbe dell’hotel Verdi (i proprietari smentiscono) e nemmeno del Toscanelli. Pur con le opportune verifiche non si riesce a capire di che struttura si tratti, anche perché in zona centrale gli alberghi sono pochissimi.

Il secondo hotel della vetrina online si trova in zona sud, nei pressi di via Facciolati, a Sant’Osvaldo. In questo caso la richiesta è di 2 milioni e mezzo di euro, l’immagine che correda l’annuncio mostra una hall moderna, di design, di certo non corrispondente alla realtà.

«Situato a poca distanza dal centro di Padova, intero albergo hotel, attualmente in attività e con notevoli ulteriori potenzialità – recita l’avviso – 2 mila metri quadrati distribuiti in cinque piani». È indicata anche la classe energetica, F, quindi si tratta di un immobile datato. Anche in questo caso non si riesce ad individuare la struttura con certezza.

Pure il terzo hotel è in zona sud, nel quartiere Guizza: 70 camere più due appartamenti, ristorante e sala convegni, cinquemila metri quadrati di superficie. Richiesta 2 milioni e 600 mila euro. Le immagini sembrano veritiere: una hall con divanetti, piante e due ascensori sullo sfondo, un’altra presenta un bancone in legno. Le tre vendite sono in mano alla stessa agenzia immobiliare che si trova in città; nel fine settimana nessuno degli agenti ha risposto al telefono. Pur con la difficoltà di indicare chiaramente quali siano le strutture, emerge la vivacità del mercato dell’hotellerie, su cui sono pronti a investire i grandi player.

Le difficoltà degli albergatori

Perché si decide di vendere? Le ragioni sono molteplici. Alcune strutture si stanno ancora leccando le ferite dal post Covid. Il turismo a Padova funziona, soprattutto dopo l’ingresso nel circuito Unesco, ma la gestione di un albergo è onerosa e c’è il problema del reperimento del personale.

Come spiegava qualche settimana fa il segretario generale della Camera di Commercio Roberto Crosta cuochi e camerieri non si trovano. Un albergatore della provincia fino a sei mesi fa faceva il doppio turno per la cena: «Adesso devo rinunciare al secondo giro per la mancanza di personale» racconta. I giovani desiderosi di lavorare non mancano, ma chiedono di rimanere a casa sabato e domenica. Il tempo è un valore. Un’altra ragione, forse la più importante, è legata al cambio generazionale; la maggior parte degli hotel ed alberghi a Padova e provincia, anche i più grandi, è a conduzione familiare.

«Quando il proprietario decide di vendere non è un momento facile; la scelta può essere letta in maniera negativa, c’è del pudore – spiega Soranzo –, non è scontato che la nostra associazione lo venga a sapere».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova