Padova, licenziati dopo l’apprendistato: «Vanno risarciti»

La società opera nel sito Amazon di Vigonza. Filt Cgil: «Tanti i casi simili, invitiamo a chiamarci per fare ricorso»

La società di consegne deve risarcire i lavoratori
La società di consegne deve risarcire i lavoratori

Doppia sentenza del Tribunale del Lavoro di Padova che condanna la Professional Solutions srl – società che opera nel sito Amazon di Vigonza per cui effettua le consegne – a risarcire due lavoratori assunti con un contratto di apprendistato e licenziati dopo averlo concluso.

«Due sentenze che indubbiamente costituiscono una grande vittoria e che, a distanza di anni, dimostrano che avevamo ragione a ritenere che c’era un uso distorto dei contratti di apprendistato. E, soprattutto, due sentenze che aprono la strada a decine di possibili ricorsi perché sono stati tanti gli autisti assunti con un contratto di apprendistato da società che lavorano per Amazon per poi venire lasciati a casa. Il nostro appello è per loro: chiamateci o scriveteci, sottoponeteci il vostro caso e se ci sono i margini vi sosterremo nel ricorso». È soddisfatto Daniel Perta, il segretario della Filt Cgil Padova che ha seguito la vicenda di due lavoratori, uno italiano e l’altro ucraino, che nel 2019, uno a ottobre e l’altro a dicembre, erano stati assunti dalla Professional Solutions srl – una delle 6 società che hanno in appalto l’attività di consegna dei pacchi del sito Amazon di Vigonza – con un contratto di apprendistato professionalizzante finalizzato al raggiungimento della qualifica di autista (livello G1, CCNL Logistica, Trasporto, merci e spedizioni), salvo poi venir licenziati una volta terminato il periodo di apprendistato.

«Il giudice – prosegue il funzionario della Filt Cgil Padova – ha stabilito che in questi due casi vi era un rapporto di lavoro ordinario a tempo indeterminato e che quindi la decadenza del periodo di apprendistato non costituiva motivo di licenziamento che, anzi, va ritenuto, in entrambi i casi, privo di motivazione e quindi ingiustificato con tutto quel che ciò comporta in termini risarcitori».

In entrambe le sentenze la Professional Solutions srl è stata condannata a versare più di 8 mila euro ad entrambi (al lavoratore ucraino, in più anche un’indennità costituita da 20 mensilità non spettanti al lavoratore italiano che aveva impugnato il licenziamento oltre i termini consentiti), a pagare le spese per le cause (7mila e 3mila euro) e quelle per il Consulente Tecnico D’Ufficio (11mila mila euro a causa)

«Le sentenze hanno rivelato un abuso dell’istituto dell’apprendistato – commenta l’avvocato Giancarlo Moro –. Si sono utilizzati giovani lavoratori e le facilitazioni salariali e contributive previste dalla legge e dai contratti collettivi solo per abbassare il costo del lavoro e non per garantire la loro formazione e conferma a tempo indeterminato».

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