Padova, parla Badole: «Ero il re dei panini, non ho più nulla»

PADOVA. Il re dei panini onti è rimasto senza regno e anche senza trono. Gli resta la corona ma con fama e blasone non si arriva a fine mese. Stefano Fasolo, in arte Badole, per 23 anni è stato non solo il padrone incontrastato dello spuntino notturno post discoteca ma anche l’artista indiscusso della piadina con tutto dentro e dei panini con salsiccia. Check Point, posto di blocco, era il nome del baracchino piazzato al Bassanello, isola di salvezza per tutte le declinazioni dello stato di ubriachezza, punto di ritrovo per le compagnie di mezza città, rifugio per battitori liberi e lupi solitari. Quattro anni fa, dopo tante fatiche e notti a lavorare, per Badole arriva la svolta. Abbandona la strada e apre un locale in via Manzoni. Poco dopo viene eletto anche consigliere comunale nelle fila della civica di Massimo Bitonci. Sembrava fatta ma le montagne russe della vita non finiscono mai di stupire e così oggi, dopo quattro anni, si ritrova senza locale e senza posto in consiglio comunale. Badole, il re dei panini, è disoccupato. E cerca lavoro.
Come può il re dei panini essere rimasto senza un’occupazione?
«Ho ceduto Dunkue, il locale di via Manzoni, e adesso sono a piedi».
In un post su Facebook lei ha chiesto aiuto agli amici, per trovare un impiego.
«Non avrei mai pensato di ritrovarmi a 55 anni in queste condizioni. Non ho più niente. Per pagare i debiti del locale ho venduto la casa e ora sono in affitto. Perdevamo 2 mila euro al mese. Ci ho provato fino all’ultimo ma dopo quattro anni ho dovuto mollare».
Ha capito il motivo?
«Sinceramente no. Ho chiesto anche una consulenza a uno studio che mi ha mandato clienti a sorpresa, con il compito di valutare il locale. Sì, qualcuno si è lamentato del parcheggio che non c’era ma poi per il resto tutti hanno detto che i panini erano eccellenti. Del resto, sono sempre i miei panini».
Ha mai pensato di aver pagato il fatto di essere entrato in politica?
«Certo che ci ho pensato. Ma sono arrivato alla conclusione che magari perdi i clienti della corrente opposta ma dovresti guadagnare tutti quelli che la pensano come te».
Lei si è candidato nella civica di Massimo Bitonci, quindi una corrente vicina alla Lega. Con tutte le feste e gli stand gastronomici che organizza la Lega, vuole vedere che non salta fuori qualche lavoro per lei?
«Finora tante pacche sulle spalle ma niente di concreto. Io ho bisogno di lavorare ma sto ricevendo tutte risposte vaghe e dopo due mesi inizio a preoccuparmi seriamente».
Che lavoro cerca?
«Io sono barman, ho il certificato dell’Aibes (Associazione Italiana Barman e Sostenitori). So fare panini ma mi adatto a qualsiasi situazione. Posso fare anche pizze. Porto anche via i giornali se serve. Non è che cercate qualcuno?».
Perché ha abbandonato la strada, il suo lavoro di ambulante?
«Ero stufo di avere a che fare con quella gente. Più invecchi, più fai fatica a sopportare che un ragazzino di vent’anni ti dica: “Muoviti dammi il panino”.
Crede di essere stato abbandonato?
«Diciamo che sono deluso. Io non ho mai chiesto niente a nessuno, non ho cercato favori dalla politica ma tante cose le penso. Forse dovevo candidarmi come deputato anche io, magari nel Movimento 5 Stelle».
e.ferro@mattinopadova.it
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