Padova, il 14 novembre universitari in piazza: «Servono fondi all’istruzione»

Lo sciopero indetto nella Giornata dello studente da Udu e dalla Rete dei medi, in programma alle 9 in piazzale Stazione. Carollo: «Stop investimenti in armi». Nimis: «Oggì chi è in difficoltà resta indietro»

Costanza Francesconi
Il messaggio degli studenti in vista del 14 novembre
Il messaggio degli studenti in vista del 14 novembre

Venerdì scatta lo sciopero degli universitari per la Giornata dello studente. Al grido di «più fondi all’istruzione e meno alla difesa», gli iscritti al Bo scenderanno in piazza a Padova, alle 9 in piazzale Stazione, nell’azione di protesta lanciata per la ricorrenza dalla Rete degli studenti medi del Veneto e dall’Unione degli universitari (Udu).

«Come ogni anno, ci prendiamo questo giorno e portiamo le rivendicazioni di una generazione sempre troppo poco ascoltata e che paga sulla propria pelle il costo di vent’anni di tagli all’istruzione – annuncia il coordinatore dell’Udu padovano Marco Nimis – Ci immaginiamo un futuro diverso per il nostro Paese: un Paese che non lasci indietro chi è più in difficoltà, che creda e investa nel proprio futuro, che abbandoni la retorica che romanticizza l’italianità invece di pensare ai bisogni delle famiglie. Un Paese che tuteli veramente l’ambiente, senza discriminazioni».

Investimenti nel mirino

L’attenzione della comunità studentesca è tutta rivolta agli investimenti del governo Meloni. «Dato che nell’ultima legge di bilancio si vogliono andare ad aumentare i fondi per armi e difesa, il che equivale a finanziare guerre e genocidi, mentre dall’altra parte si taglia sull’istruzione nonostante l’Italia sia già tra gli ultimi Paesi in Europa per investimenti in scuola e università», sottolinea la coordinatrice della Rete regionale degli studenti medi, Viola Carollo.

Nel mirino c’è lo sforzo economico nazionale destinato in armamenti: «964 miliardi per arrivare al 5% del Prodotto interno lordo in spese militari entro i prossimi dieci anni. Una cifra folle», incalza Carollo, «visto lo stato dell’istruzione nel nostro Paese e visto quanta necessità ci sarebbe di investire nella nostra istruzione».

Un tema da elezioni regionali

Ora che le elezioni regionali – in Veneto il 23 e 24 novembre – sono alle porte, la politica è il primo interlocutore degli studenti. «Gli edifici scolastici ci cadono addosso e il caro scuola aumenta» dichiara la coordinatrice della Rete, che chiede ai candidati di affrontare i temi al centro del dibattito. «Chiediamo che le nostre rivendicazioni di piazza possano essere anche le priorità di chi guiderà questa regione», il suo appello.

Tra i nodi, torna alla ribalta anche il diritto allo studio. «Sistematicamente eroso da un ministero che sceglie di tagliare sull’istruzione – conclude Carollo – Migliaia di studenti faticano ad arrivare a fine mese, schiacciati da affitti insostenibili, borse di studio insufficienti e servizi che peggiorano anno dopo anno». 

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