Parco commerciale A Limena arriverà anche nuovo traffico

LIMENA. Dire che il parco commerciale previsto a Limena non avrà alcun impatto, non è possibile. Si presume circoleranno circa 3.500 automobili in più ogni giorno, con picchi di circa 600 all’ora di punta. Da Vigodarzere e dal centro di Limena si suppone entreranno 206 veicoli l’ora (considerando il picco di punta massimo), mentre dalla tangenziale ne sono previsti 383 l’ora, 41 potrebbero arrivarne da via Primo Maggio, strada alternativa all’ingresso principale da via Breda. È anche vero che grossi impatti sull’ambiente e sul paesaggio non ce ne saranno, essendo a ridosso dell’area industriale e della tangenziale, a un chilometro e passa dal sito di interesse comunitario del Tavello lungo il Brenta.
Questi i dati presentati ieri pomeriggio dalla CS Azienda, nello studio sulla valutazione d’impatto ambientale commissionatogli dalla ditta Sara srl, che raggruppa la maggior parte dei proprietari dei terreni su cui sorgerebbe la grande area di vendita. Che non sarà un centro commerciale affiancato da strutture di vendita monomarca, come ipotizzato finora, in quanto il progetto allegato alla Via mostra invece due corpi (uno quadrato verso via Breda e uno a “L” verso via Primo maggio), alti solo un piano, con all’interno negozi, bar, ristoranti di diverse metrature e un grande supermercato. In mezzo, un passaggio pedonale e, attorno, oltre un migliaio di parcheggi. Sparisce, è vero, la storica casa Balsemin, che si vede dalla rotatoria all’uscita dalla tangenziale. E questa è una ferita al cuore della vecchia Limena e del consigliere Arturo Tonello.
Il coordinatore de Il Ponte-Insieme per Limena sostiene invece che 3.500 auto al giorno in più determineranno un aggravarsi dell’inquinamento dell’aria limenese, mentre il segretario del Partito Democratico, Adriano Cesaro, non plaude certo all’iniziativa di presentare alle tre del pomeriggio, senza grossa pubblicità, un progetto così importante, deciso «da tre persone, senza il parere dell’intero paese», come ha detto all’incontro, riferendosi agli amministratori, rimasti assenti. Ma rimarranno solo tutte chicchiere se tutti i proprietari non forniranno adeguate garanzie economiche e se non firmeranno con il Comune la convenzione. Se non si sbrigheranno entro poche settimane, quando l’amministrazione andrà a febbraio ad approvare il nuovo Piano regolatore, senza firma sparirà il grande parco commerciale e non si potranno più edificare i 19 mila metri quadrati di negozi. Si ritornerà invece al vecchio progetto: piccola porzione commerciale, capannoni e uffici.
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