Pfas, le aziende: "Nessun rischio per le acque del Padovano"

Acegas, Cvs e Etra, società che gestiscono l'acquedotto in città e nella Bassa rassicurano i padovani: nessuna traccia di contaminazione da Pfas nelle nostre acque
L'azienda chimica Miteni di Trissino i cui sversamenti hanno provocato l'inquinamento da Pfas
L'azienda chimica Miteni di Trissino i cui sversamenti hanno provocato l'inquinamento da Pfas

PADOVA. Nessun rischio Pfas nelle acqua di AcegasAps e Cvs. Per quanto riguarda la provincia euganea il problema è limitato ai territori di Montagnana, parte di Megliadino San Fidenzio e parte di Urbana.

Le due società di gestione dell'acquedotto hanno pubblicato gli studi fatti nei mesi scorsi che non hanno evidenziato contaminazioni. In primis per quello che riguarda la città e la cintura. "L’acqua che scorre nei rubinetti di Padova, Abano e comuni della nord Saccisica (Brugine, Legnaro, S. Angelo di Piove di Sacco e Piove di Sacco) serviti dalle risorgive di Villaverla è assolutamente sicura - fa sapere AcegasAps - Questo grazie alle oltre 28 mila analisi effettuate annualmente fra AcegasApsAmga e Ulss. In particolare, per quanto attiene i composti perfluoroalchilici (PFAS) si rileva come questi siano assenti dalle acque dell’acquedotto padovano". 

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La Miteni di Trissino
 
Il primo controllo nel 2013. Fin dalla prima segnalazione della presenza di Pfas nelle acque superficiali e di falda del Vicentino (con nota della Regione Veneto di fine giugno 2013) il  Centro Idrico Novoledo di Villaverla, che per AcegasApsAmga cura l’analisi della qualità delle acque distribuite, ha provveduto ad effettuare controlli sull’acqua distribuita a Padova e Abano, inviando campioni di acqua ai Laboratori Arpav di Verona, gli unici che, a quel tempo, erano in grado di effettuare queste analisi. I risultati hanno confermato l’assenza di dette sostanze nell’acqua prelevata dai pozzi di AcegasApsAmga che si alimentano dalle falde a nord di Vicenza (falda di Dueville-Monticello C. Otto-Vicenza). L’evidenza è documentata dalla tabella con le caratteristiche di qualità medie dell’acqua, relativa al mese di luglio 2013 pubblicata nel sito web AcegasApsAmga, da cui si evince come i PFAS risultino inferiori al limite di rilevabilità analitica strumentale (< 0,05 µg/L, corrispondente a < 50 ng/L).
 
Nessuna contaminazione. Nessuna connessione fra i bacini idrici a servizio di Padova e quello interessato dalla contaminazione PFAS Il risultato, del resto era prevedibile, essendo stata individuata da Arpav l’ubicazione della “sorgente principale” del fenomeno di inquinamento in un’azienda della Valle dell’Agno il cui acquifero non ha connessioni idrologiche-idrauliche con le falde a nord di Vicenza (Villaverla) da cui si alimenta l’acquedotto di Padova.
 
Il secondo controllo a settembre 2015. A settembre 2015 Centro Idrico Novoledo ha ripetuto la ricerca dei PFAS. L’analisi ha nuovamente confermato l’assenza di PFAS nell’acqua di Padova e, anche in questo caso, la tabella con i risultati è stata pubblicata, come di consueto nel sito web di AcegasApsAmga.
 
L’impianto di filtrazione a carboni attivi. Dal 1989 a Saviabona, dove convergono le adduttrici idriche che convogliano l’acqua verso Padova,  è in funzione l’impianto di filtrazione su carbone attivo (GAC) che è in grado, qualora necessario, di filtrare tutta l’acqua prelevata da AcegasApsAmga dai pozzi del Vicentino (1.400 l/s). Come noto, il carbone attivo è, al momento, l’unica tecnica collaudata in grado di rimuovere dall’acqua i Pfas.
 
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MALCONTENTA (VE): BRENTA INQUINAMENTO, TECNICI DELL' ARPAV PRELEVANO CAMPIONI. 18/05/05 C LIGHT IMAGE X C. MORSEGO
 
Cvs: monitoriamo la situazione. "Il problema è limitato ai tre Comuni padovani serviti dall’acqua proveniente dalla fonte di Almisano, ovvero Montagnana, parte di Megliadino San Fidenzio e parte di Urbana -  fa sapere il Centro Veneto Servizi, che gestisce l'acquedotto di gran parte della Bassa -  Per tutti gli altri comuni padovani del territorio di Cvs, non esiste alcuna contaminazione da Pfas nell’acqua del rubinetto: i livelli di Pfas sono pari a zero, perché l’acqua fornita proviene da altre fonti, del tutto prive di sostanze perfluoroalchiliche".
 
I parametri rilevati a Montagnana, Megliadino San Fidenzio e Urbana sono sempre abbondantemente inferiori non solo al limite fissato dall’Istituto Europeo per la Sicurezza Alimentare (3.000 ng/litro per il PFOA, 300 ng/litro per il PFOS) ma anche ai valori “obiettivo” dell’Istituto Superiore di Sanità, più restrittivi (500 ng/litro per il PFOA, 30 ng/litro per il PFOS, 500 ng/litro per altri PFAS). 
 
"L’acqua potabile viene sottoposta a rigorose analisi in continuo per tenere costantemente monitorati i valori e ad oggi non si sono mai rilevati sforamenti dei limiti, anche grazie alle rigorose misure di sicurezza adottate - spiega ancora Cvs - In particolare, l’ultimo dato relativo alla media mensile delle concentrazioni rilevate, per il mese di marzo 2016, ha visto una concentrazione di PFOA a 296 ng/litro (a fronte del “valore obiettivo” dell’Istituto Superiore di Sanità di 500 ng/litro), di PFOS a 24 ng/litro (a fronte del “valore obiettivo” di 30) e di altri PFAS a 439 ng/litro (rispetto al “valore obiettivo” di 500 ng/litro)".
 
Cvs: dati sul sito e sulla app. I dati sull’analisi dell’acqua e quelli sulla concentrazione di PFAS sono sempre a disposizione dei cittadini. Già a partire dal 2014, infatti, Centro Veneto Servizi mette a disposizione degli utenti, sul sito web www.centrovenetoservizi.it, tutte le rilevazioni mensili relative alla presenza di PFAS. I cittadini possono quindi consultare mese per mese le relative analisi e anche accedere allo storico dei dati.
 
Inoltre, i cittadini che hanno scaricato sul proprio smartphone l’app gratuita GONG possono ricevere i dati direttamente sul proprio cellulare: ogni mese, infatti, viene inviato un messaggio agli utenti delle zone interessate dalla problematica, con la possibilità di verificare immediatamente la concentrazione di Pfas rilevata.
 
È bene sottolineare che l’acqua fornita dai gestori del servizio idrico è tenuta costantemente sotto controllo, con monitoraggi effettuati da parte delle Ulss competenti e da parte dello stesso gestore. Il significativo abbattimento di queste sostanze è reso possibile grazie agli interventi di filtrazione con i filtri a carboni attivi, collocati da CVS in tempi molto rapidi non appena è emersa la questione PFAS e tuttora sostituiti con grande frequenza per assicurare le migliori performance. Fermo restando che l’acqua dell’acquedotto è sempre potabile, obiettivo di CVS resta comunque quello di fornire ai propri cittadini acqua della migliore qualità e possibilmente del tutto priva di PFAS: a questo scopo, sono già stati avviati interventi allo scopo di abbandonare alcune delle fonti contaminate e rifornire i territori interessati con acqua proveniente da fonti diverse.
 
Denunciato chi inquina. È bene ricordare infine che Centro Veneto Servizi ha già attivato anche un’azione legale, a cui si sono uniti anche i gestori del servizio idrico Acque Vicentine e Acque del Chiampo, nei confronti dei soggetti inquinatori, in applicazione del principio “chi inquina paga”, per ottenere il risarcimento dei danni, ovvero le somme spese dai gestori per far fronte all’emergenza e all’approvvigionamento di acqua di buona qualità ai cittadini.
 
Etra: nell'Alta nessun problema. "L'acqua potabile che viene erogata dalla nostra società è stata e viene tuttora controllata per i parametri Pfoa e Pfas a partire dalla fine del 2013 - fa sapere Etra - I monitoraggi sono stati condotti sia da parte delle Usl competenti sia da controlli interni nostri. Nello specifico sono stati prelevati campioni dalle centrali idriche che servono molti comuni dell’alta padovana tra cui Carmignano, Fontaniva e Loreggia, ma anche Resana: in ogni caso i risultati, tutti, compresi i più recenti, sono sempre stati negativi o comunque ampiamente inferiori rispetto ai parametri obiettivo".
 
"Etra continuerà a controllare attentamente l’acqua che viene distribuita, ma siamo in grado di rassicurare tutti i nostri clienti che l’acqua della nostra rete idrica e che esce dai rubinetti è completamente a norma rispetto ai parametri di legge e mantiene tutte le caratteristiche fisico-chimiche che la rendono sicura e idonea ad ogni utilizzo domestico, primo tra tutti ad essere bevuta. Anche per i Comuni di Loreggia, Carmignano e Resana, definiti “non esposti” nello studio dell’Istituto Superiore della Sanità, ovvero non interessati dalla contaminazione delle acque per il consumo umano, non c’è nessun allarme".
 
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