Profughi, hub a Bagnoli: «Padova ha già dato»

Il prefetto capo Morcone a colloquio con Impresa e il sindaco Bitonci: «Sarà un centro provinciale: restauro della caserma e prefabbricati»
MALFITANO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PREFETTO MORCONE E PREFETTO IMPRESA A COLLOQUI CON IL SINDACO MASSIMO BITONCI
MALFITANO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PREFETTO MORCONE E PREFETTO IMPRESA A COLLOQUI CON IL SINDACO MASSIMO BITONCI

PADOVA. «Sui profughi Padova ha già dato», afferma il sindaco Bitonci. «Padova ha già dato», ripete il prefetto Morcone, capo del dipartimento immigrazione al ministero. Insomma nel gestire l’emergenza migranti si scopre adesso il principio dei vasi comunicanti: distribuendo il “carico” in più comuni cala il peso per ciascuno. Ma dal vertice di ieri mattina a Palazzo Moroni è arrivato anche il via libera ad un “contenitore” un po’ più grande degli altri: l’hub provinciale per l’accoglienza troverà posto nell’ex base missilistica di via Galilei a Bagnoli di Sopra. Lì, secondo il progetto cui sta lavorando il prefetto di Padova Patrizia Impresa, saranno trasferiti tutti i nuovi arrivi da settembre. Ma si supererà la fase dell’emergenza e non ci sarà più una tendopoli. Meglio strutture prefabbricate e anche lavori di ristrutturazione dell’ex caserma, che poi potrà restare in uso al comune di Bagnoli, una volta terminata la funzione di accoglienza.

Profughi. Verso l'hub a Bagnoli, parlano prefetti e sindaco

L’accoglienza diffusa. Il prefetto Morcone vira decisamente verso un altro modello di accoglienza: «Bisogna trovare assieme ai sindaci le soluzioni che non abbiano impatto sul territorio. Sempre ricordando però che parliamo di persone», ha spiegato dopo aver incontrato il sindaco Bitonci. E il muro contro muro con la prefettura delle ultime settimane? »Nessun muro, le persone intelligenti costruiscono ponti – risponde – Serve rispetto reciproco. Rispetto per il ruolo dello Stato e rispetto per chi, eletto dai cittadini, deve difendere le ragioni del proprio territorio».

MALFITANO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - BITONCI E GIUNTA ALLA PRANDINA
MALFITANO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - BITONCI E GIUNTA ALLA PRANDINA

Sul “caso Padova” però il giudizio è chiaro: «Mi pare che la città abbia già una presenza significative di migranti, non mi pare che sia Padova il luogo dove costruire ulteriori centri di accoglienza». Da qui l’ipotesi Bagnoli, anche se come centro provinciale in attesa di distribuire i profughi in strutture diverse diffuse nel territorio. «Alla fine in Veneto non si farà un grande hub regionale, sta sempre più prendendo piede nella convinzione dei sindaci e delle autorità locali l'idea di un'accoglienza diffusa, di piccoli gruppi come già accade in Friuli e Toscana». Dunque la Prandina è stata una soluzione d’emergenza, servono risposte «più avanzate di una tendopoli e più consone a un paese come l'Italia».

Il sindaco di Bagnoli dice no ai profughi
bagnoli di sopra 12/10/2014 congresso per l'agricoltura.nella foto: IL SINDACO DI BAGNOLI, ROBERTO MILAN.ph zangirolami

Infine, le commissioni troppo lente nel giudicare chi ha diritto allo status di rifugiato: «Il ministro ha fatto una direttiva durissima. Servono tempi certi».

La struttura a Bagnoli. «Il centro di accoglienza nell’ex caserma Prandina è nato con l'imprimatur della temporaneità, quindi cerchiamo di andare oltre. Bagnoli è una fase successiva che va oltre la tendopoli – spiega il prefetto Patrizia Impresa – Troveremo delle soluzioni abitative che siano più confortevoli e durature. E che possano costituire un’investimento per la struttura stessa che poi potrebbe essere destinata a un utilizzo comunale». In una prima fase potrebbero essere usate casette prefabbricate, poi si passerebbe alla ristrutturazione della caserma. La Prandina verrà svuotata indicativamente a fine agosto. Resta la necessità di andare oltre l’emergenza: «Gli arrivi ormai sono costanti, c'è una continuità giornaliera. Su questo è difficile fare previsioni perché tutto è legato agli sbarchi», chiarisce la prefetto.

Nessun centro in città. «L'accordo che abbiamo trovato va a favore dei padovani: a Padova non ci sarà più nessuna tendopoli. E anche su altre ipotesi di utilizzo di altre caserme o altre strutture ho detto assolutamente no. I clandestini andranno via da Padova». Esulta il sindaco Massimo Bitonci dopo la riunione. E se c'è un ragionamento da fare sull'accoglienza diffusa in tanti comuni, il sindaco oppone il refrain: «Padova ha già dato». «C'è l'esempio di don Favarin con tutto quello che si fa già qui in città. Le cooperative ospitano già diverse persone».

Il primo cittadino boccia anche l’ipotesi che l’emergenza profughi venga gestita direttamente dai sindaci: «Bisognerebbe darci maggiori poteri per l’ordine pubblico. Ma è impossibile. Su questo anche Morcone concorda con me».

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