Quartiere in rivolta contro il sexy shop: «Qui lordura e schifezza»

PADOVA. Dall’ambizione del piacere popolare alla persecuzione popolare: è la storia in pillole di Fabrizio Barin e del suo business che occhieggia i vizietti sotto le lenzuola. Quattro anni fa apre il sexy shop «I piaceri di Venere» in via Ravizza, a Chiesanuova e, apriti cielo, ne segue una sollevazione popolare con tanto di firme, cartoline minatorie e l’opposizione del Cdq leghista. Risultato? I guardiani della morale hanno capitolato di fronte a regole, leggi e puntigli certosinamente rispettati. La scorsa estate Fabrizio, armi e bagagli sexy, trasloca in viale Cavallotti e il replay non si fa attendere.
Guerra al porno. Altre petizioni; sollevazione di popolo; proteste indirizzate alla proprietaria e all’amministratore condominiale; biglietti ingiuriosi attaccati alle vetrine (l’ultimo, alcuni giorni fa, appella l’attività come «grande lordura e schifezza»); assemblee condominiali straordinarie e, addirittura, la lettere minacciosa di un avvocato che adduceva ad un regolamento condominiale «antico di 50 anni», riferisce Fabrizio, «che annoverava la mia attività fra quelle lesive del buon gusto». Ma Barin non è nato ieri nel mondo dei piaceri corporali e la legge la conosce e, serafico, riferisce d'aver scelto questo negozio «perché avevo bisogno di più spazio: gli affari vanno bene, il sesso non tramonta e il desiderio va nutrito».
Principi friabili. Tanto più che i crociati del "perbenismo" «hanno una gran confusione in testa», sorride il titolare dei Piaceri di Venere, «Prima sono allarmati dal pericolo che si veda qualcosa, poi si irritano perché è tutto oscurato: non sarà mica che vorrebbero spiare? Da parte mia ho giocato a carte scoperte dicendo subito alla proprietaria che era un’attività per adulti».
Rispetto delle regole. L’attività di Fabrizio è guidata passo passo da regole precise che compongono la normativa rispetto a sexy shop, videoteche porno e oggettistica per adulti. «Le vetrine sono rigorosamente oscurate», ripete come una cantilena Fabrizio, ormai abituato a dare quintali di spiegazioni. «Poi c’è un pre-ingressino che non permette di sbirciare dall’esterno. Mentre i distributori automatici sono discreti e senza immagini, appunto come prevede la legge. Infine per entrare è necessario servirsi del campanello, senza dimenticare che chi noleggia viene registrato».
Brivido dalla serratura. Se qualcuno vuole levarsi la curiosità la rete assicura riservatezza e privacy, magari navigando proprio sul sito www.ipiaceridivenere.it. «Se mi chiedono», ride Fabrizio, «glielo dico io cosa si vende: giochini da 20-30 euro, soprattutto palline meccaniche a vibrazione per lei; mini falli per lui».
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