Rfx, altri 154 milioni di euro per l’acceleratore di particelle

Il consorzio Rfx di corso Stati Uniti incassa altri 154 milioni di euro e apre, per i prossimi 10 anni, alla sperimentazione del più potente sistema di accelerazione di fasci di particelle neutre mai realizzato. Un consorzio, quello che vede insieme Cnr, Enea, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Università di Padova e Acciaierie Venete, nato per rendere possibile sulla Terra un processo controllato di fusione a 150 milioni di gradi (una temperatura mai registrata nell’Universo conosciuto) capace di produrre energia pulita e senza emissioni di anidride carbonica.
LA FIRMA
Proprio ieri a Cadarache in Francia Iter e Rfx hanno firmato un accordo da 99 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 55 milioni stanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca, per la conduzione sperimentale dei due prototipi di questo sistema: Spider, la sorgente di ioni più potente al mondo, in funzione da giugno dello scorso anno, e Mitica, l’iniettore completo, uguale ai due che saranno installati sul reattore a fusione nucleare sperimentale in fase di costruzione proprio a Cadarache in Francia che va sotto il nome di Iter.
come funziona
«Per dare l’idea di cosa avviene» spiega il project manager Vanni Toigo del Cnr, «possiamo pensare a un grande accendino in grado di produrre un fascio di particelle accelerate all’energia di 1 megaelettronvolt (MeV) che, incontrando le particelle del plasma, la cui energia è circa 100 volte inferiore, avviano un numero enorme di intensissime collisioni, cedendo la propria energia fino a riscaldare la materia all’interno del reattore a temperature mai misurate nell’Universo conosciuto». Un sistema confinato da un campo magnetico che ne garantisce la stabilità.
altri accordi
In parallelo, sono in via di definizione nuovi accordi tra il Consorzio Rfx e l’agenzia europea Fusion for Energy (F4E) per regolare la collaborazione nella fornitura dei componenti di Mitica (pronta per essere completata entro il 2023) e successivamente nella fornitura dei due iniettori che saranno installati in Iter. Una nuova conferma della leadership italiana nel settore della ricerca sul sistema di riscaldamento del plasma attraverso iniezione di fasci di particelle frutto di una sinergia di competenze presenti trasversalmente negli Enti di ricerca italiani.
passo decisivo
«Un passo decisivo verso la realizzazione del sogno dell’energia da fusione» dichiara Francesco Gnesotto, presidente del Consorzio Rfx. «Siamo orgogliosi di aver siglato questo accordo di stretta collaborazione con Iter, una delle maggiori organizzazioni di ricerca e sviluppo a livello mondiale, su un aspetto determinante per il successo del reattore sperimentale. Per il gruppo di ricerca di Padova è una grande sfida, che ci accingiamo ad affrontare consapevoli delle difficoltà scientifiche e tecnologiche che essa comporta, ma anche fiduciosi nelle nostre competenze maturate in 50 anni di lavoro sulla fusione. Competenze che, grazie all’accordo, saranno integrate con i contributi dei partner di Iter impegnati nel progetto». Nato nel 1991 ed ora forte di circa 160 collaboratori diretti, Rfx ha ottenuto negli anni circa 200 milioni di euro di finanziamenti per la realizzazione di alcuni dei prototipi indispensabili al sogno dell’energia pulita a fusione sulla Terra. Potenzialmente una delle fonti a emissioni zero in grado di dare una risposta concreta all’incremento esponenziale dei consumi mondiali di elettricità senza danno per l’ambiente. Un progetto che vede la Padova della ricerca ancora una volta al centro dei principali sviluppi globali in ambito scientifico e tecnologico.
l’università
«Nuove sfide, sempre più ambiziose: solo ponendosele, e vincendole, si può costruire un futuro migliore» afferma Rosario Rizzuto, rettore dell’Università di Padova. «L’accordo appena firmato terrà Padova al centro dell’attenzione internazionale, con una sperimentazione che vedrà in funzione il più potente sistema di accelerazione di fasci di particelle neutre mai realizzato. Non è iperbolico dire che gli occhi del mondo guarderanno con attenzione i risultati del programma, come sempre quando si parla di scenari energetici che potrebbero coinvolgere l’intero pianeta. L’Università che ha ospitato Galileo, come sempre farà la sua parte, conscia del credito a livello scientifico che vanta il Paese nel campo della fusione». —
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