Minori in comunità, i bilanci dei Comuni soffrono: «Una spesa insostenibile»

Il caso a San Giorgio in Bosco. Il sindaco Pettenuzzo: «Il mantenimento di otto persone ci costa 700 euro al giorno: questo è un fardello ormai ingestibile»

Silvia Bergamin
Una comunità per minori
Una comunità per minori

Bilanci comunali sull’orlo di una crisi di risorse per l’assistenza a minori affidati a strutture protette, un peso sociale intorno ai 3 milioni di euro solo nell’Alta padovana.

Il caso è esploso a San Giorgio in Bosco, paese di poco più di 6 mila anime che deve far fronte a 250 mila euro all’anno per il mantenimento di otto fra neonati e bambini collocati in comunità, cinque sinti e tre extracomunitari.

A lanciare l’allarme è il sindaco Nicola Pettenuzzo: «Il mantenimento di otto minori in istituto costa al Comune 700 euro al giorno».

«L’iter sulla tutela dei minori», ricorda il primo cittadino, «era stato avviato dal commissario prefettizio con un progetto sociale in collaborazione con Campo San Martino e Curtarolo. A un anno di distanza, per noi che siamo ente capofila, è un fardello ingestibile e sono preoccupato che possano reggere le casse del Comune. La domanda che insieme con la mia giunta ci poniamo è dove possiamo continuare ad attingere le risorse necessarie. Perché bisogna essere oggettivi e concreti, oltre che umanitari ed etici: non ce lo possiamo permettere».

Il tema è stato affrontato nel corso dell’ultimo consiglio comunale. Secondo il sindaco «siamo di fronte a una situazione delicatissima: la tutela dei minori è una priorità assoluta, ma il costo di mantenimento in strutture specializzate rappresenta un autentico salasso».

L’accoglienza in istituto – che comprende vitto, alloggio, assistenza psicologica ed educativa – è stata stabilita dal giudice del tribunale minorile, dopo che anche i servizi sociali competenti dell’Usl 6 avevano ravvisato i gravi casi di disagio familiare, stabilendo che la permanenza dei bambini nel nucleo originario non era più possibile.

Il municipio oggi sostiene una spesa giornaliera media di oltre 90 euro per ogni minore ospitato.

Il punto è che il bilancio «è già condizionato da altre emergenze sociali e spese obbligatorie e correnti». L’amministrazione ha attivato anche le vie legali e provato a coinvolgere il comune di residenza dei minori.

Che fare? «Confidiamo nella solidarietà istituzionale», conclude Pettenuzzo.

Nell’Alta ci sono 68 minori affidati in struttura e 19 minori stranieri non accompagnati.

Un impatto sui conti dei municipi intorno ai 3 milioni di euro, si contano fra i 30 e i 40 mila euro all’anno a persona. In Finanziaria sono stati previsti due fondi: «Uno da 70-100 milioni per i minori in struttura e uno da 100 milioni dal 2025 per i minori stranieri non accompagnati», aveva spiegato il parlamentare del Carroccio Alberto Stefani. Fondi che però non saranno sufficienti a tamponare l’emergenza. E il cerino tornerà di nuovo ai sindaci

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