Sì a tre grattacieli a Padova Est in cambio del campus

PADOVA. Altri 20mila metri quadrati per realizzare il campus universitario. C’è anche questo nel pre accordo sottoscritto tra il Comune e i proprietari dei terreni a San Lazzaro, per la definizione dei contenuti e dei criteri inerenti alla definizione del nuovo Piano Urbanistico Attuativo (Pua), riguardante la zona residenziale conosciuta come IR2. Infatti, le tre società che hanno fondato il Consorzio Urbanizzazione Quadrante Nord-Est, stando al patto firmato con il sindaco Massimo Bitonci, oltre ai 95mila metri quadrati già previsti dalla convenzione del 2009, cederà al Comune altri 20mila mq circa. Questo permetterà all’amministrazione di raggiungere i sospirati 400mila mq, necessari per la realizzazione dell’ospedale e del campus universitario. In cambio di cosa? Di nuove destinazioni miste sulla parte rimanente, ossia sul lato ovest in direzione via Maroncelli, dove dovrebbero sorgere tre grattacieli che potrebbero ospitare un hotel e diversi centri direzionali con studi medici e professionali. In più, anche una media struttura di vendita (massimo 2500 mq).

Campus. Quella dell’area per il campus universitario sarebbe la ciliegina sulla torta che permetterebbe al sindaco Bitonci di potersi sedere ai tavoli di concertazione con la convinzione di aver accolto tutti i “desiderata” della città. Se il pre accordo dovesse essere rispettato ci sarebbe la cubatura giusta per realizzare il nuovo ospedale più la zona del campus. A settembre dovrebbero incontrarsi nuovamente tutti gli attori principali dell’operazione per chiudere definitivamente e ufficialmente tutti gli atti precedenti e legati al “project financing” e al vecchio progetto di Padova Ovest. A quel tavolo Bitonci ribadirà la scelta del terreno di San Lazzaro, forte del pre accordo con i privati e dell’area per realizzare il campus, mentre Università e Azienda Ospedaliera dovranno sciogliere tutti i nodi sui contenuti della struttura e la Regione dovrà trovare i soldi («Sono convinto che basti mezzo miliardo di euro» ha sempre dichiarato Bitonci).
I grattacieli. Il patto sottoscritto tra Bitonci e le società proprietarie dell’area prevede uno scambio. Da una parte c’è la Via San Lazzaro Properties srl (94%), la Immobiliare Galzignano’ (5,5%) e la Mantegna Immobiliare (0,5%), ora unite tutte sotto un unico consorzio Urbanizzazione Quadrante Nord-Est, che hanno come amministratore unico Federico Roberto, collega di studio di Simone Salata, cioè il liquidatore della San Lazzaro. Dall’altra il Comune.

L’accordo. Prevede la cessione del 50% delle aree (95mila mq) come previsto dalla convenzione precedente del 2009, più altri 20mila. In tutto, parliamo di 115mila metri quadrati concessi gratuitamente dai privati in cambio di nuove destinazioni d’uso, cosiddette “miste”, sulla parte rimanente del lato ovest. Sarà lì che sorgeranno, salvo sorprese, tre grattacieli attaccati. Il più alto dovrebbe avere due torri da 75 e 63 metri (per intenderci, 10 metri più basso del Net Center di via San Marco), mentre gli altri due ne avrebbero altrettante da 55 e 45 metri. In questi grattacieli dovrebbero sorgere attività connesse all’ospedale, da centri polifunzionali, a studi medici privati, centri di ortopedia e fisioterapia. In più, c’è anche un’area destinata ad una media struttura di vendita, quindi al massimo di 2.500 metri quadri. Questo è stato l’unico veto posto da Bitonci, che non vuole altri centri commerciali. Per ora non ci sono state dichiarazioni d’interesse ufficiali, ma non è escluso che possa sorgere un Interspar o una succursale della grande struttura di vendita di articoli sportivi Decathlon.

La storia. Il sindaco Massimo Bitonci, durante la campagna elettorale dello scorso anno, promette ai padovani che il nuovo ospedale a Padova Ovest, idea del suo avversario ed ex sindaco reggente Ivo Rossi, qualora fosse stato eletto sindaco non si sarebbe fatto: «Mai un project financing. Faremo un nuovo ospedale sul vecchio». Bitonci vince le elezioni e diventa sindaco di Padova. Il progetto “nuovo sul vecchio” frana di fronte ai costi altissimi e ai tempi di realizzazione. Il neo sindaco leghista deve trovare una soluzione, anche se il suo pallino rimane via Giustiniani. Nasce l’ipotesi di via Corrado e il sindaco la porta in Regione. Bocciata perché ritenuta inidonea: «Sorge su un sito archeologico censito dalla Sovrintendenza con decreto di vincolo e presenta criticità idrauliche». Bitonci però ha il piano B: San Lazzaro, un’area dove è stata scongiurata la lottizzazione, perché è ferma da anni, e la società proprietaria del 94% dei terreni è in liquidazione, con una situazione debitoria molto pesante con le banche. Lui la preferisce all’Allegri, sempre ritenuta un’opzione poco valida.
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