Solfatara: i periti confermano «Una tragedia prevedibile»

MEOLO. Tragedia della Solfatara, per i periti l’apertura di cavità nel sottosuolo della fangaia era un fenomeno prevedibile. È quanto emerso ieri mattina nel corso dell’udienza, al Tribunale di Napoli, che ha affrontato l’incidente probatorio sul drammatico incidente della Solfatara di Pozzuoli, che il 12 settembre 2017 costò la vita a Massimiliano Carrer, alla moglie Tiziana Zaramella e al loro primogenito Lorenzo.
I Carrer, che risiedevano a Capo d’Argine, furono inghiottiti da una voragine apertasi all’improvviso nel sottosuolo. A salvarsi fu solo il figlio più piccolo dei Carrer, che oggi ha dieci anni. Davanti al giudice per le indagini preliminari Isabella Iaselli, ieri sono comparsi i sette super esperti (geologi, vulcanologi e docenti universitari) a cui il Tribunale ha affidato l’incarico di stilare una perizia sul sito della Solfatara. Il giudice ha ascoltato le conclusioni a cui sono giunti tutti i sette consulenti, che poi hanno risposto alle domande poste dai pubblici ministeri e dagli avvocati delle varie parti in causa. Titolari dell’inchiesta sono i pubblici ministeri Anna Frasca e Giuliana Giuliano, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio. Secondo quanto si è appreso, gli esperti, nella loro perizia, hanno confermato le gravi carenze ipotizzate dai pubblici ministeri riguardo ai presidi di sicurezza, quasi inesistenti, e alle autorizzazioni del sito.
Rispondendo a una domanda del giudice sulla prevedibilità del tragico evento che ha causato la morte dei Carrer, il professor Claudio Giulio Di Prisco (docente in geotecnica al Politecnico di Milano) ha affermato che «il fenomeno dell’apertura delle cavità sottostanti nella zona della cosiddetta fangaia era prevedibile, se fossero stati realizzati studi sulla valutazione dei rischi». Mentre l’ingegner Maurizio D’Amico, esperto in sicurezza sui luoghi di lavoro, ha anche ricordato che un cartello posizionato nei pressi di una fumarola ricordava l’effetto «viagra» che i gas potevano innescare, se inalati. Gas che invece, trattandosi di idrogeno solforato, in certe condizioni poteva risultare irritante o addirittura letale in determinate concentrazioni. Concluso l’incidente probatorio, ora la parola passa alla Procura, che a breve potrebbe emettere gli avvisi di conclusione dell’indagine. Al momento sono cinque le persone iscritte sul registro degli indagati per il reato di disastro colposo. —
Giovanni Monforte
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