Tornano le volpi nei pollai di Cadoneghe

CADONEGHE. Prima il pensiero degli agricoltori di Cadoneghe era rivolto a sventare i continui furti da parte dei ladri, che per mesi hanno fatto razzia, appropriandosi dei loro attrezzi: adesso le notti le passano insonni per via delle volpi che cacciano dentro i loro pollai, lasciando ogni quattro o cinque giorni una strage dietro di loro. L’ex assessore Silvio Cecchinato ha informato la Polizia provinciale, «perché provveda alla loro cattura e tutela, sistemandole altrove» dichiara. Una delle “vittime” dei raid notturni delle volpi è Rodolfo Bedin, presidente onorario del Gruppo agricoltori Bagnoli, che ha l’azienda in via Silvestri: la scorsa notte hanno fatto scempio della chioccia che stava covando una quindicina di uova. Oltre ad aver perso la pregiata gallina, le uova, che ormai si stavano schiudendo, sono andate distrutte e sono morti anche il paio di pulcini appena nati. «Io vivo anche della vendita di uova e di polli» commenta Bedin «e queste continue incursioni delle volpi mi stanno danneggiando. Almeno una notte a settimana sento strillare le galline e non faccio in tempo a scendere, che trovo solo piume e scie di sangue sull’erba. Quella di ieri era una gallina di razza, che stava covando quindici uova: alcuni pulcini erano già nati, altri stavano beccando il guscio e sarebbero usciti al mattino. Non ne ho salvato nessuno. Qualche notte fa ne avevano prese due, ma una sono riuscito a riprenderla. Per allevare una gallina ovaiola impiego un anno e pertanto per rimpiazzarle ci vuole tempo». Quando non vanno da Bedin, vanno dagli altri agricoltori: qualche notte fa in via Rigotti hanno preso una tacchina che stava covando. Il proprietario ha dovuto farsi prestare una chioccia per finire la cova. Si sono portate via persino un’anatra, che è difficile da catturare, perché reagisce beccando. «Fino ad alcuni anni fa non avevamo questo problema» prosegue Bedin. «Questo però non è il loro habitat, perché non trovano selvaggina da cacciare e pertanto vengono nei nostri allevamenti. Dovrebbero essere prese e liberate sui colli, dove possano cacciare animali selvatici, senza danneggiare noi agricoltori, che già fatichiamo a sopravvivere del nostro lavoro». (cri.s.)
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