Tre settimane per pagare gli stipendi arretrati o si va verso il fallimento

L’azienda in una nota fa sapere di essersi aggiudicata lavori per un miliardo di dollari e di essere certa di rispettare le scadenze del tribunale 
BASCHIERI-AGENZIA BIANCHI-PADOVA.SIT IN SINDACATI IN TRIBUNALE
BASCHIERI-AGENZIA BIANCHI-PADOVA.SIT IN SINDACATI IN TRIBUNALE

PADOVA. Ancora poco più di tre settimane e, se gli stipendi arretrati non saranno saldati, Coge Mantovani marcerà dritta verso il fallimento. Ieri il giudice Giovanni Amenduni ha rinviato al 29 luglio l’udienza per decidere sull’istanza presentata da una trentina di lavoratori, per lo più amministrativi, molti dei quali hanno già presentato le dimissioni volontarie. Francesco Rossi il legale che rappresenta i 30 lavoratori è stato chiaro: o entro quella data sarà saldato l’intero credito vantato dai lavoratori - circa 700 mila euro di stipendi arretrati - oppure si insisterà per la richiesta di fallimento.

società insolvente

«Il mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori è indice dell’inequivocabile stato di insolvenza della società», osserva il legale. I legali di Coge Mantovani (lo studio Nctm di Milano) hanno promesso il saldo di quel credito: la liquidità necessaria - hanno garantito - sarà messa a disposizione a breve grazie all’ingresso nella Holding che controlla Coge Mantovani (Geco Srl) di due nuovi soci: Burki Group di Lahore e Naaved Construction di Karachi in Pakistan, titolari di una quota inferiore al 50% in Geco.

contratto d’affitto

Sempre ieri in Tribunale si discuteva della richiesta di risoluzione del contratto d’affitto di ramo d’azienda sottoscritto lo scorso anno ed arrivata dalla società di proprietà della famiglia Chiarotto (che nel frattempo aveva chiesto l’ammissione all’istituto del concordato), sul quale il giudice Manuela Elburgo si è riservata. Proprio nella serata di ieri è stata invece la stessa Coge Mantovani a presentare i punti principali di un accordo che la società ritiene strategico per il proprio rilancio.

nuovi lavori

«La nuova società», si legge in una nota dell’azienda, «si è assicurata i lavori per importanti opere nel Paese asiatico (un ospedale ad Islamabad e due dighe nel Pakistan settentrionale) per un valore di circa 1 miliardo di dollari, che partiranno entro l’autunno. Inoltre, il 24 giugno una delegazione di Coge Mantovani in Mali, a Bamako, ha definito il protocollo della sicurezza per realizzare una diga sul fiume Niger, del valore di 140 milioni di euro e sono in corso di acquisizione contratti per altri lavori in Senegal, Algeria e Tunisia». Un nuovo inizio, secondo Coge, che dovrebbe garantire ai lavoratori quanto dovuto e permettere l’acquisto del ramo d’azienda per ora in affitto.

pagamento

«Le risorse derivanti dalla capitalizzazione saranno trasferite a Coge Mantovani per far fronte al pagamento degli stipendi arretrati dei dipendenti», continua la nota. «Le spettanze di questi ultimi verranno soddisfatte entro i termini indicati dal Tribunale di Padova. Per quanto riguarda invece il ramo d’azienda dell’impresa Ing. E. Mantovani, nei confronti del quale Coge Mantovani aveva presentato una prima proposta d’acquisto, rifiutata dalla stessa Ing. E. Mantovani, la proposta d’acquisto è stata riproposta in data odierna». Nel frattempo ieri mattina i lavoratori in attesa da 6 mesi dello stipendio si erano riuniti in presidio davanti al Tribunale per chiedere il pagamento di quanto dovuto e chiarezza sul futuro di una società passata da 116 dipendenti del dicembre 2018 agli attuali 25. «Al di là degli annunci roboanti di questi ultimi mesi», dicono Dario Verdicchio, Giorgio Roman e Gino Gregnanin, di FIllea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, «a noi preme il futuro dei lavoratori, il rispetto dei loro diritti e il saldo di spettanze troppo a lungo attese. Confidiamo che le decisioni dei giudici siano basate su elementi concreti a garanzia di quanto dovuto a 116 dipendenti» . —

R.S.

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