Trovati i resti della fortezza di Ezzelino da Romano

PADOVA. Strato dopo strato, a ritroso nel tempo, il Castello di Padova svela finalmente le sue vestigia: sotto le sue pietre di “nasconde” il castello Ezzeliniano. E quella che finora sembrava essere solo una leggenda, diventa ora storia padovana. Gli ultimi scavi diretti dalla Sovrintendenza per i beni archeologici del Veneto con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio, hanno fatto piazza pulita dei dubbi sull'importanza del grande complesso adiacente alla Specola dove la signoria dei Carraresi volle realizzare la sua “corte fortificata”. Abbandonato al degrado durante la dominazione veneziana, in cui fu adibito a caserma, deposito di munizioni, magazzino di granaglie e alloggio per famiglie povere, trasformato in carcere e in parte in Osservatorio astronomico nel corso dell'Ottocento, negli ultimi vent'anni il Castello è stato sottoposto a vari interventi di indagine e restauro che però non avevano sciolto del tutto il mistero su questo luogo ancora poco conosciuto.
«Per la prima volta si passa da fonti documentali a una fotografia stratigrafica per rilevare le tracce di storia padovana di questo luogo incantevole», ha sottolineato ieri Andrea Colasio, ex assessore comunale alla Cultura che in questi anni è stato il principale fautore del recupero del Castello di Padova, ottenendo a più riprese risorse dal ministero per i Beni culturali e dalla Fondazione. Accanto a lui, visibilmente soddisfatto, il sovrintendente Vincenzo Tinè ha condiviso la sua emozione per una delle novità più importanti emerse dagli scavi diretti fra il 2013 e il 2014 dall'équipe guidata dagli archeologi Elena Pettenò, Stefano Tuzzato e Marco Cagnoni, affidati dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto alla società Ares di Ravenna. «Abbiamo finalmente documentato con prove tangibili la presenza del castello Ezzeliniano, risalente circa a metà del '200. Sembrava una leggenda, invece è vero: Ezzelino costruì una sua fortezza difensiva sulla struttura preesistente».

Torlonga, Castelvecchio,Castello di Ezzelino, Castello Carrarese, tutti pezzi di un puzzle di cui mancavano però alcuni elementi probanti. Che il tiranno medievale Ezzelino III da Romano avesse costruito una sua fortezza dopo la conquista di Padova del 1237 era attestato solo da fonti documentali. A parte le ipotesi deduttive su estensione e caratteristiche del Castello Ezzeliniano, mancavano del tutto prove materiali. Gli scavi recenti avevano riportato alla luce solo parte del Castello Carrarese, fatto edificare da Francesco il Vecchio tra il 1374 e il 1378.
Con quest'ultima indagine approfondita invece, oltre ai pavimenti carraresi (emersi 70 centimetri sotto quelli attuali, risalenti all'800) sono affiorate le tracce di tutte le epoche storiche. Nel cortile infatti è stata rinvenuta una poderosa muratura del XIII secolo, riferibile alla dominazione di Ezzelino. Altre importanti scoperte riguardano il Medioevo, come i resti un edificio, databile all'inizio del '200, e due tratti di una strada in mattoni frammentati, dov'erano ben leggibili i segni dei carri. Il complesso della Torlonga era risalente all'anno 1000, quando fu fatta erigere dai vescovi-conti come rimarcato dall'opera di scavo. Molto più indietro nel tempo si collocano invece i resti un edificio romano, sovrapposto a sua volta ad altre fasi edilizie, fino ad arrivare al II secolo a.C. Certificata dagli archeologi la continuità specifica di questo grande complesso fortificato, strategico per la difesa della città, l'indagine guarda al prossimo passo.
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