Un impianto per affrontare le emergenze del Veneto

La discarica di Sant’Urbano si trova in località Balduina. Per le sue caratteristiche (ubicazione, dimensioni e innovazione del progetto) soddisfa le emergenze dell’intero territorio veneto: da qui...
La discarica di Sant’Urbano si trova in località Balduina. Per le sue caratteristiche (ubicazione, dimensioni e innovazione del progetto) soddisfa le emergenze dell’intero territorio veneto: da qui la denominazione di “discarica tattica regionale”. Oltre ad accogliere i rifiuti urbani della Bassa padovana e di altre zone del Veneto, è pronta anche ad affrontare eventuali emergenze che richiedono un conferimento straordinario di rifiuti: capita se impianti dislocati in altri punti della regione raggiungono il limite di capienza, se alcune strutture subiscono danni o se il meteo compromette l’operatività di alcuni territori. L’impianto occupa complessivamente una superficie di 570.000 metri quadri, per un volume di 3,75 milioni di metri cubi, e riceve ogni giorno una media di 500 tonnellate di rifiuti assimilabili. Dispone anche di quattro gruppi motore per la produzione di biogas, per una potenza totale installata di 3.440 kW. La discarica di Sant’Urbano è gestita dalla Gea srl (una delle società del gruppo Green Holding spa), che è responsabile anche dell’impianto di San Martino di Venezze (Rovigo), spazio da 200.000 metri quadri per un volume di 2 milioni di metri cubi. Nata negli anni Novanta, la discarica di Sant’Urbano è di proprietà della Regione Veneto. Fonte di vera e propria ricchezza per i cittadini di Sant’Urbano (viene riconosciuto un indennizzo ad ogni tonnellata di rifiuto conferito), che con i proventi della discarica hanno realizzato impianti che Comuni da 2 mila abitanti si sognano (è il caso della piscina comunale), la discarica è stata anche oggetto di polemiche innescate da residenti e ambientalisti. Mai feroci e mai continuative, in realtà, forse anche perché l’impianto è ben isolato dai centri abitati. La discarica è stata oggetto anche di curiosi iniziative: dal pranzo-provocatorio che organizzò nel cuore dell’impianto (sopra la terra che ricopriva i rifiuti) l’allora deputato Udc Antonio De Poli, alla rassegna culturale “Biogazia” che portò in discarica musica, teatro e laboratori artistici.
(n.c.)


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