Un locale cult della movida gay
All'inizio fu The Block. A Limena. Locale trasgressivo, innovativo, colorato, affiliato all'Arcigay. Locale che introdusse un nuovo modo di rendere trasgressive le notti. Il cui successo superò facilmente confini comunali, provinciali e regionali. Ma si sa: il successo talvolta porta con sé anche guai. E i guai iniziarono al The Block proprio con il successo. La trasgressione diventò eccesso, gli eccessi infrazioni, le infrazioni reati. E così un blitz dei carabinieri del Radiomobile il 13 marzo del 2010 scoperchiò tutto e per gestore e animatore del locale cominciò l'inizio della fine. I carabinieri all'interno del locale trovarono buttati qua e là dagli avventori tutti i tipi di droghe. Ma il locale non era in regola nemmeno per quanto riguarda altre questioni amministrative, compresi i tesseramenti. Pochi mesi dopo il blitz il questore Luigi Savina decise che il locale andava chiuso per ragioni di sicurezza. Andrea Cabrele animatore del locale e il suo compagno accusarono il colpo. Ma tentarono di buttarsi la vicenda alle spalle spostando il business al Love, ex Pachucha, discoteca di via Bernina. Ma anche in quel caso l'amministrazione padovana impedì che in una zona già al centro di polemiche aprisse una discoteca chiusa dal questore per ragioni di sicurezza. Lo stesso accadde quando i gestori del The Block provarono ad aprire una nuova attività allo Spy Cafè di Rubano. Niente: il sindaco non concesse le autorizzazioni e i gestori del Block risposero con un ricorso tutt'ora in piedi. Archiviata la movida Andrea Cabrele tentò di cambiare business aprendo un bed and break fast e organizzando feste a tema in locale di Bologna. Ma la crisi economica aveva bocciato temporaneamente entrambe le iniziative.
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