Un prato secco adorna l’esedra Scaloncino nascosto dall’erba

Le vie medievali della Rocca manifestano l’annosa mancanza di manutenzione proprio nelle settimane in cui gli eventi dovrebbero richiamare più turisti



Settembre, il mese della Giostra della Rocca, degli eventi in chiave medievale di una città che affonda nel medioevo la sua gloria. Al di là della passione e del coinvolgimento dei residenti, da sempre si parla della Giostra come di un buon motivo offerto ai turisti per venire a visitare la città, assistendo agli spettacoli messi in scena con tanto entusiasmo dalle contrade ma anche visitando i monumenti sulla Rocca.

Purtroppo la passeggiata sul colle offre al visitatore vecchio e nuovo uno spettacolo ben poco edificante, frutto dell’assenza prolungata di manutenzione dei percorsi più caratteristici. Quelli, peraltro, che saranno lambiti dal mercatino medievale che domenica si snoderà lungo il primo tratto di via del Santuario.

Se salendo butta l’occhio verso via Santo Stefano, il nostro turista vede erbe alte e mucchi di foglie che non annunciano l’autunno di quest’anno, ma giacciono lì ancora da quello del 2018. Peggio però l’arrivo all’esedra: è forse l’unico posto di Monselice dove l’erba non sia rigogliosa, mica perché viene tagliata ma perché il manto è quasi inesistente. Il sole e le elevate temperature estive lo hanno bruciato, lasciando al suo posto una distesa di erba gialla e secca che circonda un’aiuola sfiorita. Crescono invece i capperi sulle mura, forse pure troppo come la pianta che sta trasformando in un cespuglio una delle colonne che sorreggono i maestosi leoni alle spalle del Duomo vecchio.

Del resto se si scende proprio lì accanto percorrendo lo Scalone (ripulito pochi anni fa da volontari) si deve stare attenti alle fronde del gelso da carta che ingombrano metà del percorso, altrimenti ombreggiato dai rami degli alberi delle proprietà confinanti. Attenzione a terra ai cocci delle tante bottiglie rotte.

Ma ecco che il turista arriva davanti a Ca’ Emo e si chiede dove sia il pozzo di cui gli avevano parlato. È stato fagocitato dalla pyracantha coccinea cresciuta in maniera spropositata. Però aprendola a mo’ di esploratore amazzonico si riesce ancora a vederlo. Percorso un tratto di via Santo Stefano si può essere incuriositi dallo Scaloncino, che – quello sì! – presenta con un manto erboso compatto, a tratti secco a tratti verde, che impedisce quasi di vedere gli scalini, mentre erbe alte e mucchi di foglie ne adornano gli angoli. Lì sotto c’è una pavimentazione antica, ma il terriccio che l’ha coperta è stato ormai colonizzato dall’erba. E costerà parecchia fatica e soldi riportarlo alla luce. Giro finito: che commento scriverà il turista su TripAdvisor?

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