Venice Film Market cresce Al Lido ci sono 58 Paesi

Si chiude con dati positivi la seconda edizione del Venice film Market, chiusa martedì al Lido. I numeri sono confortanti: 246 distributori presenti rispetto ai 193 della passata edizione, 86 venditori contro i 66 del 2012 e un totale di 1400 professionisti (1100 nel 2012) tra produttori, istituzioni, espositori e film commission di 58 Paesi diversi.
«Dopo il picco del fine settimana, da domenica qui non si sente più parlare inglese, segno che la sovrapposizione con Toronto sposta oltre oceano gran parte del buisness» dice Francesco Bonsembiante, che assieme a Marco Paolini è al Lido è presente con “La prima neve”. «Venezia è stata fondamentale due anni fa per “Io sono Li”. Ricordo che al termine della proiezione sono stato avvicinato da un distributore giapponese e da qui cominciò la vita estera del film che è arrivato a essere acquistato in 40 Paesi». Adesso naturalmente si aspetta la proiezione di “La prima neve” e poi si vedrà: «Abbiamo ricevuto i dati di visualizzazioni del film tramite videolibrary e siamo soddisfatti» dice Bonsembiante.
«Per noi Venezia è sempre stato un appuntamento fondamentale tranto che quest’anno siamo presenti con sei film nelle diverse sezioni» è la voce di Andrea Occhipinti, direttore di Lucky Red, una delle distribuzioni più significative del mercato italiano. «Qui alla Mostra hanno iniziato la loro strada verso il successo di pubblico e di premi pellicole importanti come “Brokeback Mountain” di Ang Lee, il nostro “The Wrestler” e sempre di Aronofsky “Il cigno nero”, e mi auguro che la stessa strada la possa intraprendere “Philomena” presentato qui al Lido con un successo così grande che ci fa ben sperare anche per gli Oscar. Anche “Cous cous” di Kechiche fu un nostro successo nato qui e premiato anche dalla sala».
Tempo fa, inun’indagine pubblicata sui costi del cinema, proprio “Cous Cous” venne segnalato come esempio virtuoso di affare distributivo. A fronte di un acquisto e lancio da 600 mila euro in sala ha raccolto 1,8 milioni lordi e 850 mila netti ai quali si sono aggiunti ricavi tv per 320 mila euro e l’home video ha portato altri 120 mila euro.
Paolo Baratta, alla conferenza stampa d’apertura della Mostra aveva sottolineato l’impossibilità di creare un mercato dall’oggi al domani e il direttore Alberto Barbera non parla di competizione con Cannes e Berlino: preferisce parlare di una nuova via che definisce «mercato light».
«L'importanza di avere una base operativa, degli spazi d’incontro, la possibilità di visionare i film della mostra e dei venditori presenti grazie a una library multimediale è assolutamente necessaria» sottolinea Occhipinti. «Qui a Venezia non necessariamente il mercato si valuta con la quantità di stand o di strutture presenti, la realtà che qui si sta consolidando nel tempo, è fatta anche di incontri e di discussione di progetti. Un film non si compra solo quando è fatto e finito ma lo si può acquistare anche su sceneggiatura. È il caso di “Philomena”, che comprai il primo giorno dell'American film market».
Nella foto in alto, P. Diot, Ekaterina Mtsidouridze, Ceo di Roskino, e Alberto Barbera.
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