Zilio, quel no dell’Ascom e i 61 milioni per la città

I commercianti indicano Pasqualetti, Baggio, Ghiraldo, Dell’Uomo e Sattin Il bilancio del mandato: avanzo in crescita e maxi liquidità per Padova 4.0 
PADOVA 15/06/2017 ©BERGAMASCHI MARCO .ASSEMBLEA PRIVATA CONFINDUSTRIA PADOVA MASSIMO FINCO
PADOVA 15/06/2017 ©BERGAMASCHI MARCO .ASSEMBLEA PRIVATA CONFINDUSTRIA PADOVA MASSIMO FINCO

PADOVA. Era il 28 aprile del 2014 e Fernando Zilio teneva il suo ultimo intervento da presidente dell’Ascom per dedicarsi a tempo pieno alla guida della Camera di commercio. Un intervento salutato con una standing ovation da parte dei rappresentanti di un’associazione, l’Ascom, che l’ha visto protagonista per nove anni. «Grazie e un grande abbraccio a tutti, Patrizio (Bertin, ndr) io sarò al tuo fianco» scriveva allora su Facebook Zilio. Post che il presidente uscente della Camera di commercio ha riproposto in questi giorni. Laconico il commento: «Sono passati quattro anni e sembra ieri! Come passa il tempo».

Porta chiusa

E proprio l’altro ieri – dopo un periodo di tensione, ambasciate, messaggi in chiaroscuro e altri molto palesi (il consiglio camerale del 3 maggio è stato disertato dai rappresentanti Ascom) – la “sua” associazione dei commercianti ha chiuso definitivamente l’èra Zilio. La categoria presieduta da Bertin ha ufficializzato i candidati per il prossimo consiglio camerale: Franco Pasqualetti, attivo nel campo dell’abbigliamento; l’agente di commercio Enrico Baggio; Michele Ghiraldo, imprenditore nel settore alimentare ad Abano Terme, dove gestisce «la storica azienda di famiglia che ha trasformato in un corner di prodotti gastronomici di alta gamma»; l’agente immobiliare Silvia Dell’Uomo e il rappresentante degli ambulanti Ilario Sattin. Per Zilio, che al termine del suo mandato lascia nelle casse dell’ente di piazza Insurrezione 61 milioni di euro (svincolati, pronti per essere investiti) contro i 7 milioni di inizio mandato, non c’è un seggio.

La rottura

Arrivati al dunque (ovvero ottenute le risorse) sul maxi piano di investimenti per il rilancio del territorio e della sua competitività, l’Ascom decide che in Camera di commercio è ora di voltare pagina. Aprendo, così, una delicata partita per la successione al vertice. Delicata perché tutti i grandi elettori della Camera, con gli artigiani dell’Upa unica eccezione, erano pronti a confermare la fiducia a Zilio consentendogli di condurre in porto la nave di Padova 4.0 che altro non è che un piano strategico di rilancio del nostro territorio. Una nave che ha attraversato mari in burrasca: dal braccio di ferro con il sistema camerale nazionale sullo spoil system per gli incarichi nelle partecipate a quello sulla cessione delle quote in Tecno Holding fino al confronto serrato (per usare un eufemismo) con l’ex sindaco Massimo Bitonci sul futuro della città. Sfide che hanno visto Zilio tenere la barra dritta della nave (e dell’ente) traducendo in fatti gli obiettivi che la giunta camerale si era posta a inizio mandato. Prova ne sia che dopo essere stato eletto con 18 voti su 32 (avendo contro l’Upa di Roberto Boschetto e Confindustria) ha saputo conquistarsi la fiducia degli industriali con i fatti.

Il mandato

Numeri e progetti stanno sotto gli occhi di tutti. C’è il tesoretto accumulato con la cessione delle partecipazioni non strategiche: dalla conclusione del contenzioso riguardante la Società delle Autostrade Serenissima che ha riconosciuto alla Camera la somma 10,6 milioni (oltre al rimborso delle spese legali e di arbitrato) e il saldo nel corso del 2017 da parte della società dell’intero importo di 7,6 milioni dovuto in tranche annuali dal 2017 al 2021; la prosecuzione della causa legale con A4 Holding Spa, avviata al fine di ottenere la liquidazione della partecipazione; la conclusione della procedura di dismissione della partecipazione in Tecno Holding con il trasferimento a favore della Camera di azioni possedute da Tecno Holding in Interporto (0,76%), con il conferimento a Fiera Immobiliare (al posto della Camera) degli immobili di proprietà di Tecno Holding per un valore complessivo di 17,6 milioni e con il versamento di 34,6 milioni in contanti. Senza dimenticare gli investimenti sul capitale sociale di Interporto a sostegno del progetto di sviluppo delle gru elettriche a portale, per altro già inaugurate. Il bilancio consuntivo del 2017 dell’ente di piazza Insurrezione consegna, inoltre, una crescita di contributi e trasferimenti dell’88% (per un totale di 595mila euro), il contenimento del costo del personale di un ulteriore 1% che diventa del 15% se si confronta con il 2011 (da 5,6 milioni a 4,7 milioni), spese di funzionamento scese da oltre 7,2 milioni del 2014 a 6,6 milioni. Il tutto ha prodotto un avanzo economico d’esercizio complessivo superiore ai 30 milioni con un diritto annuale che nell’arco del mandato ha visto un saldo negativo di oltre 9,4 milioni.

La verifica

Nonostante tutto ciò, l’Ascom innesca un ricambio al vertice che (almeno fin qui) non ha un punto d’approdo. Ovvero un nome alternativo a Zilio con una potenziale maggioranza a sostegno. È per questo che oggi, nel corso dell’incontro tra le associazioni di categoria sugli apparentamenti (in programma alle 13 nella sede della Cna) si cercherà di capire se può essere percorribile la via della “desistenza”. Ovvero una candidatura esterna per Zilio (il seggio pronto sarebbe quello di Confcooperative), la condivisione su questo (e quindi il sostegno) da parte di una maggioranza solida con la neutralità dell’Ascom. Un equilibrismo, inutile dirlo, decisamente ardito. Sta di fatto che il tentativo ci sarà. Confindustria stessa è determinata: se c’è uno spiraglio per arrivare a un Zilio-bis sarà percorso. Ma va anche detto che il presidente degli industriali Massimo Finco, nel corso di un colloquio riservato con Bertin, ha prima cercato una mediazione e poi garantito ad Ascom il rispetto della volontà delle imprese iscritte alla categoria guidata da Bertin. Allineate in questo senso sarebbero anche le altre principali realtà. Anche perché, va tenuto conto, che Ascom ha steso una rete di apparentamenti (accordi sui seggi nei singoli settori) piuttosto articolata: con Confesercenti nel commercio; con cinque associazioni nel turismo; con Cna, Confindustria, Upa, Confesercenti e Confcooperative nei servizi.

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