Le pareti di casa, la convivenza forzata, la paura del futuro: scrivete a Vera Slepoj

Stress da Coronavirus, la nota psicoterapeuta risponderà alle vostre segnalazioni, anche anonime. Ecco come accedere al nostro servizio di consulenza gratuito

Una straordinaria task force sanitaria si sta adoperando, in questi giorni drammatici, per la salute del nostro corpo. A tutti noi, è chiesto di collaborare osservando norme di comportamento tanto rigide quanto inedite. Chiusi tra le pareti di casa, costretti a convivenza forzata o a solitudine estrema, il futuro ci sembra una grande incognita; anche la mente rischia di subire contraccolpi e non solo nei soggetti più fragili.

Inizia oggi su queste pagine un cammino guidato dalla psicoterapeuta Vera Slepoj, da anni collaboratrice del nostro giornale. Ci spiegherà quali sono le reazioni possibili a questa situazione, ci aiuterà a capire come riconoscerle (in noi o in chi ci è vicino), affrontarle, risolverle mettendo in atto un processo scientifico di autoaiuto.
Da queste pagine, risponderà a quanti vorranno chiederle aiuto per uno specifico problema, offrendo consulenza e garantendo, su richiesta, il totale anonimato.

Per scrivere a Vera Slepoj: cultura@mattinopadova.it con Oggetto: SLEPOJ

La psicoterapeuta risponderà I casi più interessanti riceveranno risposta anche qui sul nostro sito. Garantito l'anonimato a chi lo richiederà

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di Vera Slepoj


Uno stress senza precedenti: come proteggere la mente

Per gestire le situazioni psicologiche prodotte dalla situazione eccezionale che tutti viviamo in questi giorni, costretti praticamente chiusi in casa, è opportuno mettere in atto una sorta di percorso di auto-analisi con una sequenza di azioni personali o familiari: in questo particolare momento storico non è detto che sia possibile rivolgersi a un professionista, al proprio medico curante o al pronto soccorso se ci dovessimo trovare di fronte a certe sintomatologie. Per imparare a gestire le proprie problematiche psicologiche, è necessario dividere il percorso come un viaggio di autoanalisi o di automedicazione. Bisogna insomma cercare di capire la nostra reazione di fronte alla situazione: esistono poi le strade per governare il nostro stato, sia esso di ansia, angoscia, paura, rifiuto o altro.

Tre passaggi per iniziare

La prima fase è la diagnosi: come capire se abbiamo sintomi particolari, e quali. L’elenco che presentiamo riguarda i più frequenti o possibili in soggetti o gruppi di convivenza forzata e in una situazione di pericolo soggettivo.

Seconda fase: individuare a quale gruppo apparteniamo, ossia quale è la condizione in cui ci troviamo, fisicamente, e nella gestione della nostra quarantena.

Terza fase: impariamo cosa fare di fronte ai sintomi e a organizzarci per evitare problemi psicologici legati alla convivenza.

Cosa succede, dunque, nella nostra mente?

Stato d’ansia

Sensazioni cognitive e percezione di un’idea minacciosa legata a una incapacità di gestione del controllo: è il respiro la parte significativa di questa reazione emotiva, evento fisico che si mette in atto quando ci troviamo di fronte a situazioni complesse e dentro una comunicazione ambivalente. L’ansia scatta talvolta senza un pensiero preciso, può arrivare perché la mente non riesce più a coordinarsi positivamente. Esempi: ansia di non avere un’idea chiara del futuro, ansia per i propri familiari e per il proprio futuro, ansia per non avere idea del proprio stato di salute, o per la paura di perdere.

Stato di angoscia

Sensazione di perdita della cognizione della realtà dovuta a inquietudine o a una visione esasperata irrazionalmente. Reazione psicologica unita a sensazioni fisiche come nodo alla gola, tachicardia, perdita del controllo. L’angoscia è un meccanismo diverso dall’ansia perché riguarda anche una precisa visione della realtà: non è solo una risposta, ma uno stato doloroso determinato dall’impossibilità di avere risposte a situazioni problematiche.

La paura

La paura è un sentimento antico di protezione e percezione di rischio della propria vita o incolumità. Si prova la sensazione di non poter individuare il nemico o l’aggressore simbolico.

Il rifiuto

È un meccanismo di difesa di carattere psicologico quando ci si sente incapaci di affrontare una situazione, perché dolorosa o perché ci sente privi di strumenti adeguati. Chi “rifiuta” cerca di minimizzare, semplificare, mettere in dubbio la realtà; il rifiuto fa parte di un preciso comportamento e riguarda generalmente i soggetti che non ascoltano e che tendono a farsi un’idea ego-centrata della realtà. Sono personalità che tendenzialmente rifiutano gli stati critici. Chi rifiuta ha una personalità che tende a voler guardare le situazioni sempre evitando le conseguenze, sono i soggetti che minimizzano, ridicolizzano, che cercano di evitare le difficoltà. Sono coloro che vedono il complotto dietro i fatti.

La solitudine

Esiste una reale situazione di solitudine, diciamo fisica, e riguarda tutte le persone che vivono realmente sole (i single, gli anziani o chi che per lavoro o altro è lontano dalla famiglia). Ma esiste anche la solitudine psicologica che riguarda la perdita di un’idea rassicurante della relazione: riguarda in maniera particolare i soggetti incapaci di gestire la propria autonomia. Ad esempio gli adolescenti, abituati a uscire e a incontrarsi.

Caos emotivo

Un sovraccarico di stati d’ansia e di angoscia produce in chi ne è affetto un senso di confusione e perdita di lucidità, e impedisce di dirigere i propri sentimenti in una organizzazione razionale. È una reazione incontrollata, ma a differenza di altri stati patologici, è momentanea e spesso è dovuta alla conseguenza della difficoltà di accettare condizioni di cambiamento improvviso. Tale difficoltà, molto legata a un pensiero rigido, è la possibile scissione tra realtà e possibilità. Esempio: confusione mentale, impossibilità ad avere una corretta ideazione cognitiva, azioni irrazionali e scomposte, improvvisi attacchi di tensione e di nervosismo, passività.

Ossessioni e manie

Ossessioni e manie sono stati patologici legati a un pensiero rituale, o che si dirige verso un’unica realtà spesso inesistente. Possono anche essere paure inesistenti che vanno dal pensare di avere manifestazioni di malattie, o idee persecutorie o un senso permanente di pericolo. Facciamo alcuni esempi legati alla quarantena: misurare sempre la febbre, avere la sensazione di sintomi che in realtà non ci sono, esagerata paura degli altri, aumento di ossessioni già preesistenti, controllo ossessivo di qualche gesto come spegnere il gas o aprire e chiudere la finestra, controllare le notizie della televisione.

Quella dell’ossessione o della mania è una patologia che obbliga il pensiero a organizzare la paura sia irrazionale che irragionevole, o la costruzione di un’idea distruttiva o negativa, con percorsi patologici mentali che impediscono al soggetto un’azione o un comportamento che non prevede nessuna condizione di reale problematicità. Il pensiero ossessivo serve per controllare gli stati di sofferenza e dolore psicologico, l’ossessione o il rituale servono per impedire al dolore di avere conseguenze devastanti che il soggetto non è in grado di controllare.

Esempio di alcuni rituali: verificare insistentemente se la porta di casa è chiusa, controllare con insistenza se il gas è chiuso, controllarsi la febbre pensando ossessivamente di poter avere una patologia, o in questa particolare situazione i sintomi del coronavirus. In questa fase possono verificarsi casi di ipocondria, stato patologico nel quale dove il soggetto teme di avere malattie o sintomi ed è ossessionato da controlli medici o diagnosi o a utilizzare il web cercando la conferma di qualche malattia.

Attacchi di panico

L’attacco di panico è una condizione patologica preesistente allo stato di quarantena, che però può accentuarne la sua comparsa, o la ricaduta soprattutto in quei soggetti che ritenevano magari di aver risolto il problema.
chi rischia di più

Ma chi sono i soggetti maggiormente a rischio di problematiche psicologiche?

  • Coloro che non gestiscono l’ansia.
  • Personalità con preesistenti problematiche psicologiche (come gli attacchi di panico).
  • Personalità con problemi di dipendenza (tossicodipendenza, tabagismo, ludopatia, alcolismo).
  • Persone poco abituate alle regole, che possono avere stati isterici di personalità, attacchi di aggressività, perdita di controllo.
  • Anziani con problemi mentali.
  • Soggetti con atteggiamenti malinconici e stati depressivi.
  • Soggetti con stati di bulimia.

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