Riconoscere l’allevamento etico: una guida per futuri proprietari

Salute e benessere degli animali partono da scelte responsabili. Cosa osservare e chiedere prima di adottare un cucciolo? Ecco le regole per individuare un allevamento serio

Silvia Bergamin
Il giardino degli animali, lo speciale del Mattino di Padova
Il giardino degli animali, lo speciale del Mattino di Padova

Scegliere un cane o un gatto non significa solo lasciarsi conquistare da un musetto tenero o cedere all’entusiasmo di un annuncio trovato online. Dietro un cucciolo sano ed equilibrato c’è un lavoro complesso, fatto di conoscenze veterinarie, selezione genetica, tempo e passione.

Un allevamento responsabile è molto più di un luogo di riproduzione: è un ambiente dove la salute, il benessere e la socializzazione degli animali vengono prima di tutto.

Saper distinguere un contesto etico da una “fabbrica di cuccioli” è fondamentale per evitare delusioni, sofferenze e, soprattutto, per non alimentare circuiti che vedono gli animali ridotti a merce.

Il primo contatto dice molto

Un allevatore serio non farà mai la differenza di valore tra un cucciolo con o senza pedigree, perché ci tiene ai suoi animali e al riconoscimento della serietà e valore del lavoro che questo comporta.

La trasparenza è il primo segnale: disponibilità a rispondere a ogni domanda con pazienza e competenza, ma anche volontà di porne molte a voi. Chi alleva responsabilmente vuole sapere dove finiranno i suoi cuccioli.

Vi chiederà del vostro stile di vita, se avete altri animali, come pensate di gestire l’educazione. Non sono curiosità indiscrete, ma interesse reale per il futuro dell’animale.

Allo stesso modo, un acquirente accorto dovrebbe chiedere informazioni sui test genetici e sanitari dei genitori, sulla loro età, sulla routine quotidiana dei cuccioli e sulle modalità di socializzazione.

Igiene e spazi adeguati

Visitare l’allevamento, quando possibile, è il passo decisivo. L’ambiente deve essere pulito, organizzato, privo di odori sgradevoli. Le cucce e le ciotole vanno igienizzate regolarmente. Non devono esserci troppi animali stipati insieme: il sovraffollamento non solo tradisce logiche di profitto, ma favorisce malattie.

Un allevamento di qualità offre spazi adeguati al movimento e al gioco, aree esterne per i cani e ambienti arricchiti per i gatti, dove possano arrampicarsi ed esplorare, condizione essenziale per lo sviluppo fisico e psicologico.

Un allevatore etico investe nella prevenzione. Per molte razze canine sono indispensabili certificazioni ufficiali su displasia dell’anca, patologie cardiache o oculari; per i gatti test fondamentali sono Fiv, Felv e Hcm. Un allevatore serio deve mostrare i certificati, senza esitazioni.

Ogni cucciolo va consegnato con libretto sanitario, vaccinazioni e sverminazioni documentate. Inoltre, deve essere registrato con microchip e pedigree presso l’ente di riferimento (Enci per i cani, Anfi per i gatti).

Diffidate di chi propone animali senza pedigree o con scuse sul microchip: sono segnali d’allarme.

La socializzazione nei primi mesi

Il carattere di un animale si costruisce molto presto. Per questo un allevamento di qualità non tiene i cuccioli isolati, ma li abitua al contatto umano fin dalle prime settimane, ricreando un ambiente simile a quello domestico.

Un cucciolo equilibrato non è timoroso, ma curioso e fiducioso: il frutto di cure quotidiane, non del caso. Ecco perché la socializzazione precoce è una delle differenze più nette tra un allevamento serio e uno improvvisato, che spesso consegna animali incapaci di adattarsi alla vita familiare.

Scelta che richiede responsabilità

I prezzi troppo bassi o le promesse irrealistiche dovrebbero sempre destare sospetto. Un allevamento etico comporta costi elevati per salute, benessere e socializzazione, ma garantisce un futuro più sereno sia per l’animale sia per la famiglia che lo accoglierà.

Per orientarsi al meglio, il consiglio è affidarsi al proprio medico veterinario: potrà indicare allevamenti affidabili e aiutare a evitare i siti truffa che propongono animali d’importazione illegale, spesso con gravi problemi di salute.

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