Caldo, scatta il rischio leishmaniosi: «Ecco come proteggere i vostri cani»
I consigli dell’Ordine dei medici veterinari di Padova: importante usare repellenti e insetticidi. Disponibili anche vaccini

La leishmaniosi è una grave malattia parassitaria causata da un microrganismo trasmesso ai cani da un insetto simile a una zanzara ma più piccolo e silenzioso, chiamato pappatacio. Ed è l’unico modo in cui il parassita può passare da un animale all’altro (o all’uomo).
Questi minuscoli insetti sono attivi principalmente dal crepuscolo all’alba, soprattutto durante i mesi più caldi.
La leishmaniosi può manifestarsi in tanti modi diversi ed è per questo che è così insidiosa. Alcuni cani possono essere infettati ma non mostrare sintomi anche per anni, altri invece si ammalano gravemente: dipende molto dalla risposta immunitaria.
Tra i segni più comuni a cui prestare attenzione ci sono lesioni cutanee, perdita di pelo specialmente intorno agli occhi, su orecchie, naso e zampe, pelle secca e desquamata, ulcere, noduli o croste.
E, ancora, unghie lunghe e fragili, perdita di peso, linfonodi ingrossati, problemi agli occhi, sanguinamento dal naso, zoppia e dolore articolare. Una delle complicanze più gravi è l’insufficienza renale che può essere molto seria e portare anche alla morte.

Negli ultimi anni la malattia si è diffusa in tutta Italia: un fenomeno attribuibile a cambiamenti climatici, al crescente numero di cani che viaggiano con i proprietari e all’urbanizzazione. Da qui la necessità di aumentare gli screening e la prevenzione. Se il veterinario sospetta la leishmaniosi, farà degli esami del sangue specifici (come l’Ifi o l’Elisa) per cercare gli “anticorpi”. In caso di positività, possono essere necessari ulteriori test per confermare la presenza del parassita (ad esempio, Pcr su campioni di midollo osseo o linfonodi) e valutare il grado di coinvolgimento degli organi.
Anche se non esiste una “cura” che elimini completamente il parassita, esistono farmaci che possono aiutare a tenere sotto controllo la malattia e a far stare bene il cane. La terapia è complessa, di lunga durata e richiede monitoraggi costanti, ma con la stretta collaborazione tra veterinario e proprietario si possono ottenere ottimi risultati e garantire una buona qualità di vita.
Tuttavia la leishmaniosi è una zoonosi può essere trasmessa dagli animali all’uomo: questo non avviene per via diretta, né con coccole, baci, saliva o pelo. La trasmissione avviene solo attraverso la puntura del pappatacio infetto.
E non tutte le persone punte sviluppano la malattia. Quelle più a rischio sono coloro che hanno un sistema immunitario più debole, come i bambini piccoli, gli anziani e le persone malate.
Nell’uomo, la leishmaniosi può presentarsi con ulcere o lesioni sulla pelle, spesso dove è avvenuta la puntura; ma anche in forma viscerale colpendo organi interni come milza, fegato e midollo osseo e può essere fatale se non curata.
La prevenzione è quindi la cosa più importante utilizzando repellenti e insetticidi: vanno usati regolarmente prodotti spot-on, collari o spray a base di principi attivi come piretroidi da maggio a ottobre, ma anche oltre se il clima è mite.
Va tenuto il cane in casa nelle ore serali e notturne, quando i pappataci sono più attivi. Se possibile, usate zanzariere a maglie fini su finestre e porte.
Esistono, inoltre, vaccini specifici: sebbene non impediscano l’infezione, aiutano il cane a sviluppare una risposta immunitaria protettiva riducendo le probabilità di sviluppare la malattia grave.
Vanno eseguiti screening almeno una volta all’anno, soprattutto prima dell’inizio della stagione o in caso di sospetto. Una diagnosi precoce può fare la differenza nel successo della terapia e nel limitare la progressione della malattia.
In collaborazione con Ordine dei medici veterinari di Padova
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova