L’amicizia di Pongo e Pepe dal box alla libertà in due

Abbandonati e poi adottati da una famiglia, ora sono compagni inseparabili

Silvia Bergamin
Pongo e Pepe inseparabili
Pongo e Pepe inseparabili

In casa l’aria era pesante, i giorni scorrevano lenti. «Stavamo vivendo un momento difficile», ricordano Barbara ed Enrico. È il figlio Andrea a dare la scossa: «Perché non andiamo in un canile? Un amico a quattro zampe vi farà bene al cuore».

Dopo aver cercato informazioni, la scelta cade sul Parco-canile di Presina, a Piazzola sul Brenta, diretto da Giovanni Tonelotto. «Volevamo un cane di piccola o media taglia. Davanti a un box vediamo due meticci. La volontaria ci racconta la loro storia: tolti a una famiglia per degrado e abbandono, spaventati da tutto, mai usciti al guinzaglio».

La decisione è per Borgo, ribattezzato Pongo, tricolore bianco, marrone e nero. «Appena entrato in casa si è rintanato in camera matrimoniale per tre giorni, immobile. Non potevamo toccarlo. Con pazienza, il quarto giorno lo portiamo in giardino. Dopo mesi, la prima passeggiata: quanta felicità».

A ottobre, durante la festa in canile, la famigliola torna nella struttura dell’Alta e Pongo si ferma davanti a un box. «Dentro c’era Rudy, il compagno di box di un tempo. Si fissavano e piangevano. Anche noi avevamo le lacrime agli occhi».

Il giorno dopo Rudy entra in casa e diventa Pepe.

«L’ambientamento di Pepe è stato più complesso: tendeva a mordere, ma la presenza di Pongo lo ha aiutato. Temendo pioggia e temporali, fu proprio durante un temporale che ci lasciò accarezzarlo per la prima volta».

Oggi i due vivono inseparabili. «Il destino – sorridono – ha voluto che fossero insieme prima e dopo l’adozione. La loro è una storia di amicizia incredibile». —

 

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