Dall’orrore di Gaza alle cure di Padova: arrivati nella notte i due bimbi palestinesi

Si tratta di un bambino di sette anni con lesioni agli occhi e uno di undici anni con ustioni e traumi al volto. Il dg Dal Ben: «Subito un check up in Pronto Soccorso pediatrico»

Simonetta Zanetti, Alice Ferretti
L'arrivo di uno dei piccoli pazienti da Gaza all'ospedale di Padova
L'arrivo di uno dei piccoli pazienti da Gaza all'ospedale di Padova

Altri due bambini straziati dalla violenza della guerra, altri due piccoli pazienti bisognosi di cure sono stati accolti nella notte in Azienda Ospedale Università, in arrivo da Gaza con uno dei voli umanitari partiti nell’ambito delle operazioni di evacuazione sanitaria e accoglienza previste dal Governo.

L’Azienda di via Giustiniani ha preso in carico un bambino di sette anni con lesioni agli occhi e uno di undici anni con ustioni e traumi al volto.

Chi sono

Dopo più di 24 ore di viaggio, con nulla tra le mani, stanchi, ma pieni di speranza hanno varcato le porte dell’ospedale di Padova. All’1.30 di giovedì 12 giugno sono arrivati in città dalla Striscia di Gaza due nuclei familiari con bambini che hanno necessità di essere curati. Abdulrahman, 7 anni, è arrivato insieme alla madre e alla sorellina Batool, di 5 anni. Con loro anche Moatasem, 11 anni, accompagnato dalla zia e dal cugino Jameel, 15 anni.

Arrivati provati da un viaggio lungo e faticoso, portano con sé storie di lutti e perdite difficili da raccontare. Abdulrahman ha perso il padre e un fratellino di un anno e mezzo in un attacco avvenuto il 15 aprile. Moatasem, invece, ha perso tutto: genitori, fratelli, casa. È l’unico superstite della sua famiglia e ha riportato gravi ferite alla testa. Nei suoi occhi, il peso di un dolore troppo grande per la sua età.

Anche per loro è pronto un percorso di accoglienza e cura, come già fatto per altri bambini arrivati prima. Ad attenderli all’ospedale, l’associazione Padova braccia i bambini Odv, che in coordinamento con Protezione Civile, Farnesina, Prefettura e Comune si sta occupando degli arrivi di queste famiglie in città.

Il passaggio in Pronto Soccorso

Inizialmente era previsto che con il volo umanitario atterrato nelle scorse ore, a Padova arrivassero tre piccoli pazienti «ma, all’ultimo, uno di loro non è potuto partire perché le sue condizioni si sono aggravate» spiega il direttore generale dell’Azienda Ospedale Università Giuseppe Dal Ben che illustra l’iter che attende i piccoli: «Si comincia con una valutazione in Pronto Soccorso pediatrico, un vero e proprio check up completo delle condizioni di salute del bambino che viene effettuato da un team multidisciplinare. Dopodiché, in base alle necessità sviluppa il programma delle cure».

La valutazione dei clinici è quindi il primo step per avviare il percorso di diagnosi e cura «in modo da garantire le migliori risposte sanitarie ai bisognidi ciascuno».

Già altri bimbi da Gaza

Questi due bambini, chiarisce tuttavia Dal Ben, sono solo gli ultimi due in ordine di tempo in arrivo in Azienda: «È molto tempo che ci prendiamo cura dei bambini che arrivano da Gaza» spiega «solo negli ultimi mesi ne abbiamo seguiti quattro. Di questi, solo uno è stato completamente dimesso. Gli altri tre sono ancora in carico alla struttura sanitaria: per due di loro la gestione è ambulatoriale, mentre il terzo è assistito ancora in regime di ricovero. Si tratta di bambini sostanzialmente affetti da patologie di carattere traumatico associate a ustione anche se ci sono casi in cui viene anche richiesto un percorso di cure in ambito internistico, ad esempio un percorso oncoematologico».

L'aereo sulla pista di Verona
L'aereo sulla pista di Verona

L’assegnazione dei pazienti viene stabilita dalla Regione in base alle patologie e alle specialità necessarie nel caso specifico. «Di solito questi bambini arrivano accompagnati dai genitori» aggiunge il direttore generale «a volte ci sono anche i fratellini, altre i pazienti sono seguiti da accompagnatori che si sono fatti carico di una particolare situazione, ad esempio nel caso in cui i bambini sono rimasti orfani».

Chirurgia plastica

In particolare, negli ultimi mesi quattro minori hanno avuto bisogno dell’intervento dell’Unità operativa di Chirurgia Plastica diretta dal professor Franco Bassetto a causa delle ferite riportate nei bombardamenti: tra questi, la più grave, ad oggi, è una bambina di 9 anni cui un’esplosione ha causato l’amputazione di un braccio e una gamba.

L’attività

Le evacuazioni sanitarie finora hanno permesso di ricoverare nelle strutture sanitarie in Italia 133 bambini di Gaza grazie alle Forze Armate per l’organizzazione dei i trasferimenti. Quella che si è conclusa nella notte e che vede Padova tra i protagonisti, è la più importante operazione di evacuazione sanitaria finora sostenuta e coinvolge minori feriti e malati per un totale di 17 pazienti e 53 familiari accompagnatori, 70 persone in tutto.

L’uscita del gruppo da Gaza è stata resa possibile grazie a un intenso lavoro diplomatico, che ha visto impegnate l’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv, il Consolato Generale a Gerusalemme e i funzionari della Presidenza del Consiglio. L’evacuazione sanitaria è realizzata con il supporto del Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, grazie alle sinergie tra i ministeri degli Esteri, della Difesa e dell’Interno e Dipartimento della Protezione Civile.

Anche per i piccoli pazienti arrivati a Padova la Difesa ha predisposto l’invio di un aerei C-130 dell’Aereonautica Militare che mercoledì pomeriggio si è levato dall’aeroporto israeliano di Eilat. A bordo dei velivoli, a garanzia dell’assistenza medica continua, unità mediche e sanitarie militari e della Croce Rossa Italiana, oltre a personale della Protezione Civile e dell’Unità di Crisi della Farnesina.

Una volta giunti in Italia, i pazienti sono stati quindi immediatamente ricoverati nella dozzina di ospedali sul territorio nazionale che ha dato la disponibilità ad accoglierli per ricevere le cure necessarie.

Come aiutare

Il Mattino di Padova e il gruppo Nord Est Multimedia sostengono il progetto di accoglienza dell’associazione “Padova abbraccia i bambini”.

Il progetto si chiama “Una casa per i bimbi di Gaza” e prevede, come obiettivo primario, di dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini rimasti gravemente feriti a seguito dei bombardamenti di Gaza e della Striscia, e che grazie a un corridoio umanitario e sanitario gestito dalla Protezione civile italiana, d’intesa con le Prefetture e i Comuni, vengono (anche) a Padova a curarsi. L’obiettivo della campagna di solidarietà è dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini in cura a Padova.
E’ stato aperto un conto corrente ad hoc per favorire le donazioni all’associazione, questo è il codice Iban: IT09S0103012190000004226104.
Per informazioni o segnalazioni di disponibilità scrivete a questa mail: cronaca@mattinopadova.it

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