Bimbi di Gaza accolti a Padova, Tajani ringrazia i medici
Il ministro ha incontrato da remoto i camici bianchi padovani che hanno curato i piccoli provenienti dalla Striscia: «In un ambito internazionale l’Italia si è messa a disposizione»

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato venerdì 19 dicembre in videoconferenza i medici italiani – tra cui anche numerosi medici padovani – che hanno curato i bambini arrivati dalla Striscia di Gaza, per ringraziarli personalmente del lavoro svolto in questi mesi nelle strutture sanitarie del nostro Paese. Un collegamento che ha coinvolto tantissimi professionisti da tutta Italia, impegnati in prima linea nell’accoglienza e nelle cure di minori palestinesi affetti da gravi patologie o da ferite causate dal conflitto.
La generosità di Padova
Padova ha avuto un ruolo di primo piano nell’incontro. In videoconferenza erano presenti i medici dell’équipe del professor Franco Bassetto, direttore della Chirurgia plastica dell’Azienda Ospedale Università di Padova, insieme al dottor Alvise Montanari, chirurgo plastico di guerra. Hanno partecipato anche il professor Eugenio Baraldi, direttore del dipartimento Salute Donna e Bambino, la professoressa Patrizia Dall’Igna, direttrice della Chirurgia pediatrica, la professoressa Alessandra Biffi, direttrice dell’Oncoematologia pediatrica, il professor Pietro Ruggeri direttore dell’Ortopedia, il dottor Andrea Paoli direttore del Suem 118, che ha gestito tutti i trasporti dei piccoli pazienti, e la Direzione medica rappresentata dalla dottoressa Maria Vittoria Nesoti.
Il grazie di Tajani
Nel corso dell’incontro Tajani ha voluto esprimere il ringraziamento del Governo ai sanitari per l’impegno dimostrato, sottolineando il valore del contributo italiano in ambito internazionale. «Tajani ha ringraziato l’Italia che effettivamente, in un ambito internazionale, ha messo a disposizione il suo alto livello di sanità», ha spiegato il professor Bassetto, che ha avuto in cura molti dei bambini arrivati a Padova, in particolare quelli con ustioni gravi e amputazioni.
La vocazione umanitaria accompagna da sempre l’attività del primario padovano. Nel corso della sua carriera Bassetto ha lavorato in Angola, in India, in Palestina e in Kenya, maturando una lunga esperienza anche in contesti di emergenza. «La missione umanitaria è propria del chirurgo plastico», ha sottolineato, «che spesso diventa anche un chirurgo di guerra», chiamato a intervenire su ferite devastanti e a restituire, per quanto possibile, funzionalità e dignità ai pazienti più fragili.
Un ospedale a Gaza
Proprio in questa prospettiva di aiuto e cooperazione internazionale, il professor Bassetto ha annunciato la disponibilità della Chirurgia plastica di Padova ad aderire a un progetto del Ministero degli Esteri che prevede la costruzione di un ospedale a Gaza e di uno in Egitto. «Abbiamo risposto alla chiamata circa un mese fa con una lettera nella quale diciamo che la Chirurgia plastica aderisce rendendosi disponibile a mandare i suoi medici in queste strutture che dovrebbero essere realizzate, probabilmente prima in Egitto e poi a Gaza», ha detto Bassetto
I numeri raccontano l’entità dell’impegno del sistema sanitario italiano. Sono 232 i bambini di Gaza accolti in Italia insieme alle loro famiglie per essere ricoverati nelle strutture sanitarie del Paese. L’ultimo gruppo, composto da 17 minori palestinesi affetti da gravi malattie o da importanti ferite e amputazioni, è arrivato in Italia lo scorso 8 dicembre con tre voli umanitari. A Padova, dall’inizio del conflitto sono arrivati una decina di bambini provenienti dalla Striscia di Gaza per essere curati, accompagnati dalle loro famiglie, che comprendono anche fratelli e sorelle minori. —
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