Ahmed e la prima visita dal dentista: «Ha tutti i denti cariati»

L’odontoiatra pediatrico Gianluca Chiavelli ha aperto le porte del suo studio in centro a Padova a un bimbo arrivato da Gaza e alla sua mamma: «Il piccolo ha quasi tutti i denti cariati. Il lavoro sarà lungo, prima deve ambientarsi»

Marta Randon
La prima visita dal dentista
La prima visita dal dentista

«Oggi (ieri, ndr) andiamo dal dottore dei dentini» gli hanno detto. Ahmed, 6 anni, c’ha pensato su qualche secondo, poi ha fatto una smorfia. Quei dentini gli hanno fatto male e continuano a provocargli dolore.

«La situazione è complessa – spiega Gianluca Chiavelli, 34 anni, specialista in odontoiatria pediatrica, che ha aperto le porte del suo studio in centro a Padova – Ahmed non è mai andato dal dentista, ha quasi tutti i denti cariati, si sono sgretolati, sono privi della corona, è rimasta solo la radice. La priorità è metterli in sicurezza per evitare infezioni batteriche. Li ricostruiremo. Per fortuna sono dentini da latte».

La solidarietà cresce, allarga le braccia e coinvolge sempre più persone: dopo l’importante donazione dell’imprenditore Davide Piran, l’entusiasmo della studentessa-mediatrice Martina che conosce l’arabo, si è unito alla squadra dei “bambini del mattino” anche il dentista Chiavelli.

La visita del dentista
La visita del dentista

«Ho saputo della necessità di un odontoiatra dalla giornalista Alice Ferretti. Ne ho parlato con i miei soci e abbiamo deciso di dare una mano – racconta – Oltre al piccolo ho visitato anche la mamma Alaa e sono a disposizione per gli altri bambini arrivati dalla Striscia di Gaza e per i loro familiari».

Ahmed porta con sé i denti cariati e il peso di un’infanzia troppo presto segnata dalla sofferenza. È arrivato a Padova il 14 febbraio scorso, con ustioni sul 40% del corpo. È stato ricoverato, curato e dimesso. Frequenta i centri estivi e adora la pizza. L’obiettivo è restituirgli il sorriso, in tutti i sensi.

«Era decisamente impaurito – afferma Chiavelli – Sono riuscito a fargli una visita veloce per vedere lo stato di salute della bocca. Il lavoro da fare è lungo. La cosa più importante è che si senta a suo agio, che si ambienti, che venga qui sereno. L’accordo è di rivederci la prossima settimana».

Per provare a capirsi è stato usato il cellulare come traduttore. «La comunicazione in questi casi è molto importante, soprattutto per mettere a suo agio il paziente. Servono modi e parole dolci. Nei prossimi incontri la presenza di una traduttrice sarà indispensabile. Prima dell’aspetto medico c’è il conforto, non bisogna mai forzare. La paura del dolore non ha età».

Un altro gesto di umanità, uno scambio silenzioso tra chi può offrire e chi ha bisogno. La solidarietà è fatta di sguardi che accolgono e mani che curano. «Sicuramente Ahmed, come la mamma, ha sofferto molto di male ai denti e non è mai stato sottoposto a terapie antibiotiche – continua il medico – A causa dei traumi vissuti fa fatica ad essere collaborativo e tranquillo, ci vorrà un po’ di tempo. Noi lo aspettiamo pazienti e volenterosi».

Alaa è disposta ad essere curata: «Hanno una salivazione differente unita ad un’igiene orale insufficiente – puntualizza il dentista – Ho spiegato alla mamma l’importanza dell’uso dello spazzolino e del dentifricio».

Chiavelli ha lavorato per anni al Pronto soccorso della Clinica ospedaliera di Padova: «Sono abituato a bocche difficili, a casi e situazioni complesse – spiega – Mi sono reso disponibile fin da subito. Mi sento vicino alla tragedia che si sta consumando sulla Striscia».

Ahmed come prima cosa comincerà una cura antibiotica. «Poi, come dicevo, bisogna intervenire sui dentini più a rischio infezioni. Puntiamo sulla permuta. Per fortuna l’età ci dà una mano». «Sono bambini che verosimilmente sono abituati a soffrire, questo è un limite perché l’approccio si fa difficile, hanno già sperimentato il dolore, troppo dolore», conclude l’odontoiatra. 

Come aiutare

Il Mattino di Padova e il gruppo Nord Est Multimedia sostengono il progetto di accoglienza dell’associazione “Padova abbraccia i bambini”. Il progetto si chiama “Una casa per i bimbi di Gaza” e prevede, come obiettivo primario, di dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini rimasti gravemente feriti a seguito dei bombardamenti di Gaza e della Striscia, e che grazie a un corridoio umanitario e sanitario gestito dalla Protezione civile italiana, d’intesa con le Prefetture e i Comuni, vengono (anche) a Padova a curarsi. L’obiettivo della campagna di solidarietà è dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini in cura a Padova.

Ecco il codice Iban del conto corrente dove convogliare le donazioni all’associazione: IT09S0103012190000004226104.

Per informazioni o segnalazioni di disponibilità scrivete a questa mail: padovaabbracciaibambini@gmail.com

 

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