Gaza, la speranza riparte da Padova: il viaggio di Abdulrahman e Moatasem

Sono sopravvissuti alle bombe e ora ricevono cure all’Azienda Ospedaliera di Padova. Abdulrahman e Moatasem, 7 e 11 anni, sono tra i piccoli pazienti salvati da Gaza: ecco la loro storia

Andrea Zambenedetti
L'arrivo all'ospedale di Padova
L'arrivo all'ospedale di Padova

Abdulrahman ha il viso pallido, un occhio ferito e una gamba spezzata in più punti. Viaggia con la mamma Amna e la sorellina Batool, di 5 anni, nel tentativo disperato di ricomporre ciò che resta della sua famiglia. Il 15 aprile scorso, quando la tenda in cui vivevano è stata distrutta da un incendio, ha perso il padre e un fratellino di un anno e mezzo. Non parla molto, ma dopo i primi minuti, inizia a sorridere ai tanti volti nuovi che lo circondano.

Ripartire dopo la guerra

Moatasem porta addosso i segni di una storia addirittura peggiore. È arrivato con la zia Rewaida e il cugino Jameel, di 15 anni. Ha ferite gravi alla testa, ustioni: è l’unico sopravvissuto della sua famiglia. Un paio di mesi fa, la casa dove abitava a Jabalia, nel nord di Gaza, è stata distrutta da un bombardamento. Sono morti tutti: madre, padre, sorella, fratello, nonni, zii. Nei suoi occhi, il dolore si muove silenzioso, profondo. Straziante.

Nel cuore della notte di giovedì, quando la città dorme e tutto sembra immobile, sono arrivati in ospedale altri piccoli sopravvissuti. Hanno volti segnati dalla paura e dalla stanchezza, occhi troppo adulti per l’età che hanno.

È l’una e mezza quando due ambulanze del Suem 118 raggiungono l’Azienda Ospedale Università di Padova. Dentro, provenienti dall’aeroporto militare di Verona, c’erano Abdulrahman, 7 anni, e Moatasem, 11 anni: bambini di Gaza, scampati alla guerra, alla morte, al dolore capace di scavare quel poco che rimane della vita.

Il viaggio che li ha portati fino a Padova è stato lungo e faticoso. È parte di una missione umanitaria promossa dalla Protezione civile italiana, in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il Ministero degli Affari Esteri, il Consolato generale d’Italia a Gerusalemme, l’Ambasciata italiana a Tel Aviv e il Comando operativo di vertice interforze (COVI). Tre aerei C-130J dell’Aeronautica Militare hanno trasportato diciassette bambini palestinesi gravemente malati o feriti, ciascuno con un familiare al seguito. Destinazione: diversi ospedali italiani. A Padova sono stati destinati Abdulrahman e Moatasem.

L’accoglienza 

Ad accoglierli, oltre agli operatori sanitari, c’era l’associazione Padova abbraccia i bambini, che ha seguito ogni fase del trasferimento e si prenderà cura dei piccoli pazienti e dei loro familiari durante tutto il percorso di cura e assistenza. Determinante il lavoro sul campo di Rebecca Fedetto, avvocata padovana e presidente dell’associazione e Alice Ferretti, collega del Mattino di Padova. Insieme a Kinder Relief Gaza, rappresentata da Alisa Kireeva, hanno mantenuto un contatto quotidiano con le istituzioni, assicurando che ogni passaggio fosse gestito con precisione e umanità.

Non è la prima volta che l’ospedale di Padova si apre a questi piccoli pazienti. Prima di loro, erano arrivati Ahmed, 6 anni, con ustioni sul 40% del corpo, ora curato nel reparto di Chirurgia Plastica diretto dal professor Franco Bassetto, e Abdullah, 10 anni, affetto da leucemia, oggi seguito dall’équipe della professoressa Alessandra Biffi nel reparto di Oncoematologia Pediatrica.

Il progetto, che unisce diplomazia, sanità e solidarietà, è reso possibile grazie alla sinergia tra molte realtà. Centrale il ruolo dell’Unità Emergenze della Protezione Civile, diretta dal dottor Luigi D’Angelo, e dell’Unità di crisi della Farnesina, guidata dal dottor Nicola Minasi. È grazie a loro, e a chi lavora lontano dai riflettori, che vite spezzate possono trovare nuove possibilità.

A Padova oggi si curano le ferite del corpo ma si tenta anche di lenire il dolore che questi bambini portano con sé. Quel dolore che non dovrebbe appartenere a nessun bambino, in nessuna parte del mondo. 

Come aiutare

Il Mattino di Padova e il gruppo Nord Est Multimedia sostengono il progetto di accoglienza dell’associazione “Padova abbraccia i bambini”. Il progetto si chiama “Una casa per i bimbi di Gaza” e prevede, come obiettivo primario, di dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini rimasti gravemente feriti a seguito dei bombardamenti di Gaza e della Striscia, e che grazie a un corridoio umanitario e sanitario gestito dalla Protezione civile italiana, d’intesa con le Prefetture e i Comuni, vengono (anche) a Padova a curarsi. L’obiettivo della campagna di solidarietà è dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini in cura a Padova.

Ecco il codice Iban del conto corrente dove convogliare le donazioni all’associazione: IT09S0103012190000004226104.

Per informazioni o segnalazioni di disponibilità scrivete a questa mail: padovaabbracciaibambini@gmail.com

 

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