Il messaggio di pace del vescovo di Padova e del rettore del Santo: «Siate controcorrente»
La lettera: «Siate pellegrini di speranza, felici e controcorrente. Oltre alle guerre ci sono altre forme di violenza disumana: le bramosie di strapoteri economici e la manipolazione delle informazioni»

Il vescovo di Padova e il rettore della Pontificia Basilica del Santo per celebrare la festa del Patrono uniscono pensieri ed intenti rivolgendosi ai fedeli con un messaggio congiunto di pace e speranza. Tre gli inviti «ai fratelli e alle sorelle» da parte di Cipolla e fra Ramina.
Pellegrini di speranza
Il primo invito è di sentirsi «pellegrini di speranza» sulla scia del Giubileo voluto da papa Francesco. «La pianticella della speranza può crescere soltanto se coltivata insieme, non come singoli – si legge in una nota scritta a quattro mani –. Sappiamo che quando ci si mette in viaggio verso Paesi sconosciuti la compagnia di altre persone ci fa sembrare possibile l’impossibile; ci fa gustare di più l’esperienza del cammino».
Il riferimento è al «grande solitario» Antonio da Padova amante del deserto e della preghiera silenziosa che «ha vissuto la sua fede nell’unico modo cristianamente possibile: in relazione con altri, a beneficio di altri, nella condivisione con altri». «Guai a noi fare della nostra vita una specie di avventura solitaria, una corsa al proprio successo» continua lo scritto.
«Siate controcorrente»
Il secondo invito del Vescovo e del Rettore è di essere controcorrente. «Le smanie della competizione e dell’arrivismo attanagliano da sempre il cuore di ogni essere umano – scrivono –. Poterlo riconoscere e decidere di rinunciare a questo atteggiamento individualistico è uno dei segni più belli, un frutto dal sapore genuinamente evangelico. A volte, lo sappiamo, camminare con gli altri può apparirci molto scomodo, perché fare da soli ci sembra più facile, più veloce ed efficace. Ma le cose preziose non hanno mai fretta!».
Non manca una riflessione sull’attuale panorama internazionale. «I fatti che ci circondano sembrano sradicare dal nostro cuore ogni motivazione che possa indurci a sperare. Non solo sono vicine a noi guerre terribili e ingiuste – ogni guerra è sempre ingiusta! – che seminano violenze oscure senza sosta, ma anche altre forme di violenza disumana tolgono aria al nostro respiro: le bramosie di strapoteri economici totalitari; le manipolazioni delle informazioni tante volte piegate a logiche di controllo; la spinta smodata a cercare spazi di visibilità malsana. Prenderne coscienza implica, da parte nostra, la responsabilità di non assecondarle, anche se ci costa fatica; anche se ci sembrano inarrestabili».
Attenzione ai piccoli gesti
Il terzo invito è l’attenzione alle piccole cose: «Ogni propensione al povero, ogni gesto di perdono, ogni frammento di tempo impiegato a coltivare un’amicizia, ogni energia dedicata alla gratuità dell’arte, ogni premura riservata al creato, ogni violenza denunciata con coraggio: sono tutte attitudini “improduttive” sotto il profilo dell’utile e del tornaconto; ma gettano le basi per rapporti umani felici e concorrono a edificare per il domani orizzonti di convivenza possibili».
Anche in questo caso l’ispirazione arriva da Sant’Antonio «che non ha esitato a esporsi di persona mettendosi contro tiranni e corrotti, mostrando l’efficacia della testimonianza personale nata dalla fede».
«A noi – conclude la nota –, sembrerà poco ciò che possiamo fare per arginare e contrastare il dilagare delle ingiustizie e delle profanazioni nei confronti della vita. Ma è l’unica strada che ci permette di stare vivi: accogliere realmente e concretamente, gli innumerevoli inviti a seminare vita e fiducia laddove siamo e possiamo. Nelle pieghe più discrete del quotidiano. Nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nei nostri luoghi di lavoro. Credendoci davvero e lasciandoci sorprendere dalla forza contagiosa dei piccoli gesti di accoglienza che possiamo donarci vicendevolmente».
Come aiutare
Il Mattino di Padova e il gruppo Nord Est Multimedia sostengono il progetto di accoglienza dell’associazione “Padova abbraccia i bambini”. Il progetto si chiama “Una casa per i bimbi di Gaza” e prevede, come obiettivo primario, di dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini rimasti gravemente feriti a seguito dei bombardamenti di Gaza e della Striscia, e che grazie a un corridoio umanitario e sanitario gestito dalla Protezione civile italiana, d’intesa con le Prefetture e i Comuni, vengono (anche) a Padova a curarsi. L’obiettivo della campagna di solidarietà è dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini in cura a Padova.
Ecco il codice Iban del conto corrente dove convogliare le donazioni all’associazione: IT09S0103012190000004226104.
Per informazioni o segnalazioni di disponibilità scrivete a questa mail: padovaabbracciaibambini@gmail.com
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