Da Gaza a Padova per le cure: la nuova vita di Seela e della sua famiglia

Le prime cure e speranze dopo tre anni di guerra. Attesa e preoccupazione per Amr: per ora resta in ospedale a Bergamo. Accertamenti sulla piccola di 8 anni che ha perso entrambe le gambe

Edoardo Fioretto
Il personale sanitario con la piccola Seela e la mamma
Il personale sanitario con la piccola Seela e la mamma

Sono arrivati. Stremati, confusi, ma sani e salvi. E tanto basterebbe a definire concluso il viaggio di Seela e della sua famiglia (mamma, papà, un fratello e una sorella di 18 anni, un’altra di 15 e due gemelli di 13).

Eppure, adesso comincia un nuovo capitolo della loro vita. Scappati dalle bombe di Gaza, fatti uscire dalla Striscia nell’ambito di una delle Medical Evacuation organizzate da Farnesina e Protezione civile, sono arrivati giovedì mattina a Padova.

A trasportarli, i volontari della Croce verde e i medici del Suem 118 di Padova. In città hanno già trovato il primo spiraglio di una nuova libertà e una rinnovata sicurezza dopo quasi tre anni vissuti tra gli orrori della guerra.

Un faro di speranza

«Padova è sicura? Posso uscire di casa?», sono state le prime parole – naturalmente in arabo – di mamma Nisreen Mahmoud Mansour Mady, 42 anni, dopo essere stata accolta in uno degli appartamenti messi a disposizione dall’associazione “Padova abbraccia i bambini” per l’accoglienza del nucleo familiare di Seela.

Negli ultimi periodi la famiglia viveva in una delle tendopoli per profughi all’interno della zona di combattimento.

Le cure per Seela

Lasciato lo scenario di guerra di Gaza, dove le bombe israeliane non smettono ancora oggi di piovere e provocare morte e distruzione, il nucleo familiare di otto persone è stato accolto a Padova, dove tutti riceveranno le cure mediche necessarie.

Seela, in particolare, è stata ricoverata al Pronto soccorso del reparto di Pediatria dell’Azienda Ospedale-Università di Padova.

A lei, che ha 8 anni, le bombe hanno rubato l’infanzia, portandole via entrambe le gambe. Sarà a Padova che, un giorno dopo l’altro, si avvierà verso un percorso di lento ma graduale recupero.

Trattamenti specialistici

A vegliare su di lei, per tutta la giornata di ieri, c’era il papà. Dopo le prime cure e con un kit di perline donato dall’associazione “Padova abbraccia i bambini” si è messa all’opera per realizzare alcuni braccialetti. Un piccolo gesto, per ritrovare lo spirito del gioco perso in tre anni di orrori.

Non distante da lei, sono state visitate al Pronto soccorso dell’Azienda Ospedale Università, mamma Nisreen e la sorella Rahaf, di 18 anni.

La prima ha riportato ferite, sempre a causa di esplosioni, che hanno richiesto l’amputazione di un dito della mano sinistra, oltre ad avere alcune ferite al tallone che richiederanno un percorso di riabilitazione. Sarà sottoposta a interventi di chirurgia ricostruttiva. Accertamenti anche per la sorella diciottenne di Seela che ha perso una gamba. La speranza è di vederla tornare a camminare grazie a una protesi e un percorso di fisioterapia.

Un barlume di speranza

È stato invece subito accolto nell’appartamento fornito dal parroco don Massimo al Torresino, il resto del nucleo familiare.

Raggiunti ieri anche dalla madre e da Rahaf, non appena dimesse dall’ospedale.

Qui hanno timidamente preso confidenza con un nuovo spazio, in cui finalmente non dovranno più preoccuparsi dei droni dell’aeronautica israeliana, di raffiche di proiettili o della fame. Insieme, stanchi, ma finalmente al sicuro, hanno mangiato i primi pasti consistenti dopo mesi: alcuni di loro hanno colto l’occasione per uscire.

L’attesa per Amr

Non è ancora arrivato a destinazione Amr, il bambino di 3 anni atterrato a Linate insieme al padre. Ha perso il resto della famiglia sotto alle bombe. Lui stesso ha pagato caro il prezzo della guerra, riportando importanti ferite addominali e craniche.

Proprio durante il volo sul C-130 dell’Aeronautica Militare ha avuto una crisi respiratoria. La situazione dopo l’atterraggio si è in parte risolta, ma il personale medico ha preferito muoversi con cautela. Il bimbo è stato temporaneamente ricoverato in Terapia intensiva all’ospedale di Bergamo. Una volta stabilizzate le condizioni, continuerà il viaggio per la città del Santo.

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