Una tuta in silicone per il piccolo Hamed: «Grazie di cuore ai lettori del Mattino»
Dopo il primo risultato dei 20 mila euro raccolti continua la solidarietà. Fedetto: «È bello vedere così tanta generosità»

Un grazie di cuore ai lettori del Mattino di Padova che, con le loro donazioni, hanno reso possibile un gesto concreto e importantissimo, acquistare una tuta in silicone da 600 euro per Hamed, bambino palestinese di 6 anni, arrivato a Padova lo scorso febbraio con ustioni di terzo grado sul 40% del corpo. Donazioni queste che si aggiungono al primo grande risultato ottenuto: i 20 mila euro raccolti grazie alla generosità dei lettori.
Il nuovo presidio
Le ferite riportate da Hamed erano tra le più gravi. Il bimbo è stato evacuato a febbraio insieme alla mamma Alaa e ai fratellini Masak e Moahmed, di 4 anni, per ricevere cure urgenti in Italia, dove ora è seguito dal professor Franco Bassetto, direttore della Chirurgia plastica dell’Azienda Ospedale Università di Padova. Proprio il professor Bassetto ha prescritto l’uso di una speciale tuta elastocompressiva in silicone, simile a una calzamaglia, da indossare 12 ore al giorno, dalla vita alle caviglie. Questo presidio medico non solo aiuta ad appiattire le cicatrici, ma riduce il prurito, evita la formazione di aderenze e migliora la qualità della vita del piccolo.
Il dispositivo, però, non è coperto dal Sistema Sanitario Nazionale. E qui è entrata in gioco la generosità. Dopo l’appello del Mattino sono arrivati circa mille euro di donazioni all’associazione Padova abbraccia i bambini, che si sta prendendo cura di quattro nuclei familiari arrivati a Padova tramite evacuazioni mediche dalla Striscia di Gaza.
«Grazie alla generosità di tutte queste persone», ha detto la presidente dell’associazione, Rebecca Fedetto, «siamo riusciti a comprare la tuta per Hamed. L’aspetto più bello è proprio vedere così tanta sensibilità e generosità da parte delle persone».
Ahmed è stato il primo bambino ad essere arrivato a Padova dei quattro attualmente in cura. È stato dimesso dall’ospedale e ora prosegue le cure in day hospital e con fisioterapia. Le sue ustioni sono clinicamente guarite, ma gli esiti cicatriziali sono estesi e gravi, e condizionano la sua salute. Ecco perchè è stato così importante l’acquisto della tuta.
Gli alloggi dell’università
Intanto il 14 luglio la famiglia di Moatasem, 11 anni, il bambino palestinese arrivato lo scorso 11 giugno con la zia Reawida e il cugino Jameel, ustionato dalle esplosioni e con ferite alla testa, è entrata nei due alloggi messi a disposizione dall’Università al Portello. L’Università si è infatti resa disponibile ad offrire fino alla fine di dicembre le due sistemazioni alla famiglia di palestinesi.
Si tratta di due piccoli monolocali, inseriti all’interno del condominio della “Nave”, al Portello, di proprietà dell’ateneo e gestito dalla Fondazione Gini. Alloggi generalmente occupati da studenti, in una posizione che è strategica, vicina all’ospedale, da dove purtroppo Moatasem deve continuare ad andare avanti e indietro.
Come aiutare
Il Mattino di Padova e il gruppo Nord Est Multimedia sostengono il progetto di accoglienza dell’associazione “Padova abbraccia i bambini”. Il progetto si chiama “Una casa per i bimbi di Gaza” e prevede, come obiettivo primario, di dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini rimasti gravemente feriti a seguito dei bombardamenti di Gaza e della Striscia, e che grazie a un corridoio umanitario e sanitario gestito dalla Protezione civile italiana, d’intesa con le Prefetture e i Comuni, vengono (anche) a Padova a curarsi. L’obiettivo della campagna di solidarietà è dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini in cura a Padova.
Ecco il codice Iban del conto corrente dove convogliare le donazioni all’associazione: IT09S0103012190000004226104.
Per informazioni o segnalazioni di disponibilità scrivete a questa mail: padovaabbracciaibambini@gmail.com
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