Padova, il grande rimpianto: Oughourlian primo in Ligue 1

Lens è un pezzo di Francia grande meno del quartiere Arcella di Padova: 35 mila abitanti. Eppure, lì finanziere franco armeno ha trovato la formula che cercava qui: privato e pubblico che si parlano, che si ascoltano, che si alleano

Leandro Barsotti

Joseph Oughourlian è in testa alla Ligue 1 con il suo Lens. Dovremmo dispiacerci? Un po’, sì. Perché il successo, quando ripassa davanti casa nostra con un’altra maglia addosso, somiglia sempre a un rimpianto.

Lens è un pezzo di Francia grande meno del quartiere Arcella di Padova: 35 mila abitanti. Eppure, lì Oughourlian ha trovato la formula che cercava qui: privato e pubblico che si parlano, che si ascoltano, che si alleano. Un progetto che diventa cittadino, non solo societario. La proprietà dello stadio trasferita al club, la ristrutturazione moderna resa possibile, la politica che ti sostiene. Non miracoli: condizioni.

Riguardiamo gli ultimi anni: Oughourlian giocava su due tavoli. In Francia, la corsa verso la Ligue 1 si compiva nel 2021, in pieno Covid, con qualche circostanza favorevole, certo, ma anche con una visione chiara. In Italia, Padova si inceppava: finali perse, appuntamenti mancati, un destino a un passo dalla svolta, senza mai afferrarla. Trenta milioni investiti, non guadagnati: perché la Serie C è un buco nero che inghiotte soldi e pazienza, e tenerci Padova stabilmente ai vertici non è stato un mestiere per speculatori.

Chi sostiene il contrario non conosce questo calcio: quello dove i conti non tornano mai, e l’ambizione costa.

Poi ci sono i dettagli, che nei bilanci non entrano ma nella testa dei proprietari sì. La finale triste di Palermo, la distanza con l’amministrazione cittadina, il no di Teolo al centro sportivo, i lavori imposti alla curva tifosi dell’Euganeo, i rapporti tesi. E infine quella festa promozione: attesa anni, ritrovata blindata, senza ultras, con più polizia che bandiere. Una festa dimezzata in una città che, pure, ha quasi duecentomila abitanti ma che fa fatica a riempire uno stadio incompiuto, dai lavori perenni. E pensare che a Lens, ogni partita è una dichiarazione d’amore: 38 mila di media.

Non si tratta di cercare colpe, ma di riconoscere contesti. Un finanziere internazionale, che risiede a Londra e il calcio lo vuole vivere nelle sue forme più alte, guarda ciò che ha davanti. E ciò che gli garantisce futuro. Lens gliene ha dato più di Padova. È semplice, se si ha il coraggio di ammetterlo. Ora che Oughourlian guida il campionato davanti al Psg, la domanda torna: avrebbe potuto portare il Padova in A, come promesso nelle sue rare giornate di entusiasmo? Forse sì, forse no. È la risposta più onesta. Ma una cosa è certa: le condizioni ambientali che ha trovato a Lens non le ha trovate qui. E nel calcio moderno le condizioni contano quanto i gol.

La storia si chiude. Con una cessione ormai in trattativa e un interesse svanito. Resta la sensazione di aver perso un’occasione: perchè i grandi progetti vivono nell’ossigeno dei territori che li accolgono. —

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