Sorrentino e Fortin, guanti d’oro per il Calcio Padova

Nella vittoria col Pescara l’ex Monza ci ha messo la firma senza far rimpiangere il titolare. Andreoletti può contare su una delle migliori coppie di portieri del campionato

Filippo Errico Verzè
Alessandro Sorrentino, portiere del Padova (Foto Editoriale Report)
Alessandro Sorrentino, portiere del Padova (Foto Editoriale Report)

Quella dell’Adriatico, per il Padova, è stata la partita degli eroi a sorpresa. Dopo un digiuno di cinque gare senza vittoria, in casa di una diretta rivale alla salvezza, la firma l’ha messa il (futuro) ingegnere Faedo, al primo gol in carriera in Serie B. Ma a blindare il risultato ci hanno pensato i guantoni di Alessandro Sorrentino, color biancoazzurro come il Pescara, la stessa squadra con cui nel 2021 ha esordito tra i professionisti (in Serie C). Cinque tiri nello specchio subiti, cinque tiri rispediti al mittente. Ma anche uscite sicure e una presenza continua in fase di costruzione dal basso, sempre utile ad alleggerire il pressing avversario. Poi, quella parata su Faraoni a 20’ dalla fine, un capolavoro di riflessi e posizionamento.

La decisione di Andreoletti di schierarlo nell’undici titolare aveva comunque stupito: nelle gerarchie interne, la titolarità di Fortin pare un dato assodato, oltretutto sabato non aveva problemi fisici tali da costringerlo ai box. Di certo, non è stata una bocciatura mascherata da scelta tecnica. Perché tra i punti di forza del Padova c’è quello di poter contare su una coppia di portieri affidabili e con caratteristiche complementari: la reattività, per Fortin, le letture e il gioco coi piedi per Sorrentino. Poterli giostrare a piacimento a seconda del tipo di partita è un vantaggio che hanno ben poche squadre di B.

Tornando a Sorrentino, i dati mostrano che su 180’ di utilizzo, ha una percentuale di parate del 90% (9 tiri respinti su 10 totali). Nel complesso, ha evitato 1.57 xGOT (Expected Goals On Target, dove la pericolosità del tiro dipende dal punto dello specchio dove è indirizzato). Insomma, il Padova gli deve un gol “e mezzo”. Non un affare da poco, considerando che è sceso in campo in due scontri salvezza in cui i biancoscudati hanno portato a casa quattro punti.

Sorrentino, d’altronde, è abituato a vestire il numero 12. Dopo l’annata con il Pescara, è arrivata subito la chiamata dai piani alti, con il Monza neopromosso in A che lo scelse come vice Di Gregorio. Un ruolo che ha ricoperto principalmente nella seconda stagione in Brianza, con Palladino che non si fece troppi problemi a buttarlo nella mischia in assenza del titolare. Nel massimo campionato ha raccolto 7 presenze con 16 gol subiti, togliendosi pure lo sfizio di battere il Milan (3-2). In generale, le sue doti in fase di impostazione dal basso devono molto proprio all’apprendistato con Di Gregorio, tra i migliori in Italia in questo senso.

Lo scorso anno, invece, per lui è stato un po’ un passo indietro. Sceso in B insieme al Frosinone, ha collezionato solo due presenze, peraltro in due imbarcate contro Brescia (4-0) e Bari (3-0), prima di finire dietro a Cerofolini nelle gerarchie. Di certo non lo ha aiutato il caos totale in cui si trovavano i ciociari, scampati per un pelo dalla seconda retrocessione consecutiva.

Situazione opposta rispetto al Padova attuale, forte di un progetto tecnico solido imperniato attorno a un allenatore, Andreoletti, grazie a cui ogni componente della rosa può sentirsi protagonista, ma mai a discapito degli altri. Sorrentino lo sa, è consapevole che Padova sia il posto giusto per fare finalmente il salto da numero 12 a numero 1. È la prima cosa che ha detto arrivato nella città del Santo: «Voglio giocarmi la riconferma». A maggior ragione con Fortin promesso sposo del Lens per l’anno prossimo.

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