Stadio vietato per un anno a 44 ultras del Padova
Mazzata a suon di Daspo sulla curva, i supporter biancoscudati bloccati prima di arrivare a Castellamare di Stabia: sequestrati 22 fumogeni. Naccarato (Pd): "Non erano andati in gita". Zampieri (Pd): "Non rappresentano la città". Pavanetto (Pdl): "Così si limita la libertà"

PADOVA. Mano pesante del questore di Napoli che ha emesso per 44 ultras del Padova, altrettanti provvedimenti Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive. Una vera propria doccia gelata per i tifosi ai quali il provvedimento è stato notificato singolarmente ieri mattina dalla polizia di Padova. La decisione della questura partenopea sta creando un enorme scompiglio nella tifoseria biancoscudata. Lo scorso 29 settembre era in programma a Castellammare, Juve Stabia contro Padova: prima della gara la polizia ha fermato un pullman di ultras, bloccandolo al casello autostradale partenopeo. All’interno del bus c’erano i tifosi, senza biglietto per la gara e senza tessera del tifoso (un lasciapassare obbligatorio per chi si reca in trasferta). Da una perquisizione sono saltati fuori 22 “torcioni”, ossia dei fumogeni stipati nel bagagliaio. Allo stadio non erano ancora arrivati, ma tanto è bastato per emettere il provvedimento di divieto di accedere alle manifestazioni sportive. Il Daspo è senza l’obbligo di firma e ha la validità di un anno. Pare che per altri tifosi del Padova sia in arrivo un provvedimento simile che riguarderebbe il derby di Vicenza di domenica scorsa che ha visto i Biancoscudati vittoriosi. Alcuni ultras avevano comperato i biglietti a Padova e avevano assistito alla gara senza la tessera del tifoso.
La curva ferita. È una mazzata che ha scosso duramente la curva biancoscudata. Tra i 44 Daspo c’è gran parte dello zoccolo duro della tifoseria organizzata, che segue assiduamente in casa e in trasferta le sorti del Padova. Un provvedimento (che con numeri così cospicui non si vedeva da queste parti da più di 15 anni), considerato dai tifosi una vera e propria ingiustizia. «Massima solidarietà ai diffidati» ha commentato il direttivo della Tribuna Fattori che ha già dato mandato all’avvocato di fiducia, Giovanni Adami, di presentare ricorso. Ricorso che potrebbe anche avere possibilità di successo, secondo la difesa, anche se a poco potrebbe servire. Stante le lungaggini burocratiche potrebbe passare anche un anno intero prima di arrivare a sentenza e a quel punto la pena sarebbe già stata scontata.
Le reazioni politiche. La vicenda ha scosso anche il mondo politico. «La norma dice che senza Tessera non ci si può recare allo stadio», osserva l’onorevole Alessandro Naccarato (Pd). «Alcune persone sono comunque andate Napoli, e avevano con loro anche dei fumogeni. Andavano in gita? C’è una norma molto precisa, e queste persone hanno provato ad aggirarla. Non sono stupito del provvedimento, spero anzi che le norme vengano applicate più spesso: il calo di incidenti dall’introduzione di Tessera e Daspo dimostra quanto siano efficaci. Servono a prevenire, ed è bene che siano state applicate». Opinioni diametralmente opposte, quelle dell’assessore provinciale alla Sicurezza, Enrico Pavanetto: «Il provvedimento è una forte limitazione della libertà dei cittadini. Lo ritengo assurdo, la violenza negli stadi si combatte in ben altre maniere. L’ingresso allo stadio era vietato, ma la Costituzione tutela la circolazione delle persone sul territorio. Con che tipo di accusa sono stati rimandati a casa all’uscita dell’Autostrada? Porto abusivo di faccia sospetta? Se i tifosi avessero provato a forzare gli ingressi dello stadio o avessero insultato la polizia, sarebbe tutto un altro discorso. Se invece, come sembra, si fossero solo recati a Castellammare, non vedo con quali accuse la polizia avrebbe potuto far invertire la marcia al pullman. Al giorno d’oggi capita spesso che i tifosi di due squadre si organizzino per guardare la partita in un bar, insieme, senza nessun motivo di preoccupazione per l’ordine pubblico». «È una vergogna», gli fa eco Michele Toniato, consigliere comunale IdV, «si tratta di una palese limitazione della libertà di circolazione. Non si può accettare che per preservare l’ordine pubblico si mettano da parte i diritti delle persone. La mia non vuole essere una critica all’operato delle forze dell’ordine, ma una netta presa di distanze da quello che da sempre sostengo essere un sistema colabrodo. La Tessera del tifoso, è un apparato fortemente criticabile: continuano a perpetrarsi episodi che ne confermano le grandi falle». «È una giornata molto triste per Padova», chiude l’assessore comunale allo Sport Umbero Zampieri. «Purtroppo 44 persone hanno danneggiato l’immagine della Padova sportiva, che non è questa, visto che i 44 in questione non la rappresentano».(r.s.)
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