Padova, duello mortale a colpi di katana, la vittima era pronta a fuggire dall'Italia

PADOVA. Ha trovato la morte nel duello d’onore che voleva, che invocava da giorni anche sui social network, sfidando pubblicamente il suo rivale, bramoso di lavare col sangue lo sgarro subito.
Walter Crispin Sahagun, 51 anni, filippino, si è battuto con il concorrente in amore in una scena da mezzogiorno di fuoco, nel parcheggio deserto dello stadio Euganeo, con il sole a picco e l’afa di luglio.
Dalle indagini di polizia, emerge che i due duellanti si sono presentati ognuno con la sua spada. Il 51enne ha però sparato con una pistola ad aria compressa colpendo il giovane sfidante all'orecchio. Da lì è iniziata la collutazione. In un crescendo di violenza la vittima è stata colpita più volte con una roncola e anche con una katana, la leggendaria spada giapponese.
Walter Crispin Sahagun è morto dissanguato, mentre il suo assassino scappava esultando per la vittoria. Una fuga durata poco, visto che è stato subito fermato da una volante. Arca Melvin, 36 anni, anch’egli filippino, è stato interrogato in questura fino a tarda sera. La polizia sta cercando di dare un senso a tutti elementi raccolti, con la difficoltà di penetrare una comunità chiusa come quella filippina. Dalle indagini emerge anche che la vittima era pronta a fuggire via da Padova: si era portato appresso 1900 euro in contanti e tutti i gioielli. Il motivo di tanta violenza è la gelosia: la vittima si era separato di recente ed era convinto che la sua ex avesse una relazione con il giovane dal quale ha preteso una resa dei conti, richiesta pubblicamente anche su facebook.
Quel che è certo, è che è stato un duello. I due si sono trovati intorno alle 13 nel parcheggio dello stadio, in via Rocco. Si sono sfidati tra i piloni che sostengono i pannelli solari. Non c’è stato spazio per le parole. Walter Crispin Sahagun, cuoco e collaboratore domestico, carico d’ira, si è subito scagliato contro il rivale impugnando la spada giapponese. Anche Arca Melvin ne aveva una in pugno. Si sono fronteggiati come due furie, al punto da piegare le lame delle due katane. Poi il duello è proseguito con altre armi.
Il più giovane dei due è riuscito a far finire a terra l’altro e proprio in quel momento ha infierito su di lui con la roncola, fino quasi a mozzargli un polso. Quando ha avuto la certezza del fatto che fosse morto, ha esultato carico di adrenalina, è salito in auto e si è allontanato. Un dipendente comunale - si scoprirà poi - l’aveva già visto e segnalato alla polizia con tanto di targa e modello dell’auto usata per la fuga. Ed è grazie a questi dati che la volante, poco dopo, l’ha rintracciato in via Sacharov, sempre a Montà.

Il movente è passionale. La polizia non esclude che il trentaseienne possa in qualche modo essersi intromesso nella vita privata di Walter Crispin Sahagun, che ha moglie e due figli. Circostanza che, una volta scoperta, aveva mandato l’uomo completamente fuori controllo. I messaggi scritti sul suo profilo Facebook dimostrano che quella del duello era diventata ormai una fissazione.
Già qualche giorno fa gli aveva detto di presentarsi per un corpo a corpo dove ci sarebbe stato “un unico sopravvissuto”. In quell’occasione il più giovane dei due non si era presentato, venendo poi umiliato via Facebook davanti a tutta la comunità.
In questura sono state interrogate anche numerose persone della cerchia familiare dei due, per avere un quadro completo dei rapporti che intercorrevano e soprattutto per individuare con esattezza quello che è il movente del delitto.
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