Piazza delle Erbe, mercato in crisi: «Subito un tavolo per le soluzioni»

Oggi l’area conta 27 commercianti e nelle ultime settimane altri due hanno gettato la spugna. Bressa: «Il numero dei banchi si adatta alla domanda, che è in calo». Ascom: «Rischio desertificazione»

Eva Franceschini, Costanza Francesconi
L’assessore Antonio Bressa
L’assessore Antonio Bressa

Un vertice al più presto per salvare il mercato di piazza delle Erbe, non altro che lo specchio del commercio ambulante sempre più rarefatto in città. I commercianti chiedono all’amministrazione comunale di istituire un tavolo di confronto che analizzi la situazione e individui le strade da percorrere, evitando che muoia una parte importante del commercio cittadino. Istanza accolta.

L’assessore Antonio Bressa, competente in materia, si dice aperto al dialogo con le associazioni di categoria «per ragionare sulla possibilità di aggiungere agli operatori del commercio presenti in piazza anche produttori a chilometri zero, provenienti dal mondo agricolo. Una valutazione da fare con attenzione», riflette, «per non rischiare di indebolire i 27 che oggi resistono nella misura in cui sono proporzionati alla domanda, registrata in quella zona, del prodotto ortofrutticolo».

Il mercato in piazza delle Erbe
Il mercato in piazza delle Erbe

E subito precisa: «A chi talvolta vedesse meno banchi allestiti, chiarisco che per motivi di ferie, riposi, aperture e chiusure calibrate a seconda dei giorni di minore o maggiore afflusso, può accadere». Nessun allarme da parte sua, che tuttavia ravvisa, negli anni, il rimpicciolirsi del mercato. Un fenomeno che imputa al mancato ricambio generazionale («a parità di stipendio, pochi oggigiorno scelgono un mestiere che ti sveglia alle 5 di mattina»), e alle mutate abitudini dei consumatori.

Bressa: offerta e match e domanda

Due postazioni in meno rispetto a questa primavera, e una delle 27 precaria, in mano a un operatore che non è titolare del banco ma ha i requisiti per occupare uno spazio lasciato da un’attività precedentemente cessata e chiusa.

Mercato in piazza delle Erbe, crisi senza fine: restano 17 banchi
Il mercato di piazza delle Erbe svuotato (foto Bianchi)

«L’offerta si adatta alla domanda», nota Bressa, «e trovo preferibile che resistano le postazioni esistenti, lavorando a un certo ritmo, che non averne 50 che non arrivano a fine mese. I quartieri, oltretutto, si sono arricchiti di botteghe di frutta e verdura, e rimangono poche le persone che fanno la spesa in centro».

Bertin: serve un tavolo di confronto

Un mercato, col passare dei mesi più scarno, preoccupa Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio: «Quello degli ambulanti è un mondo importante, non possiamo girarci dall’altra parte. Il commercio al dettaglio, in generale, sta soffrendo ma la scomparsa dei mercati nelle piazze rischia di portare con sé conseguenze pericolose: intere famiglie in difficoltà economica a causa della chiusura della propria attività e una desertificazione degli spazi pubblici che riduce la sicurezza della città».

Per il presidente dell’associazione è a questo punto imprescindibile interpellare in proposito l’amministrazione comunale.

 Concorrenza sleale  

È dello stesso avviso il presidente di Anva Confesercenti Veneto Centrale Enzo Tuis, che i primi di luglio discuterà proprio con Bressa sullo stato dell’arte nelle piazze. «È necessario riqualificare piazza dei Signori e monitorare la situazione del commercio ambulante», dice. «I nostri commercianti si lamentano che non ci siano i dovuti controlli ed equità di trattamento: da una parte vengono controllate in modo meticoloso le etichette e dall’altra si vende serenamente merce usata, senza le dovute verifiche. Chiediamo al più presto un tavolo di confronto per una nuova gestione del mercato».

L’ipotesi del regolamento

L’equità, secondo Tuis, potrebbe concretizzarsi in un regolamento sul commercio ambulante: «Manca e darebbe indicazioni sul comportamento da parte degli ambulanti in piazza, a partire dall’esposizione ordinata della merce.

Una proposta arrivata in consiglio comunale due anni fa, ma mai approvata». Il tema è la concorrenza: «Non c’entrano questioni etniche, ma semplicemente osserviamo che gli ambulanti pakistani vendono i prodotti a bassissimo costo, mettendo in difficoltà i colleghi che applicano prezzi di mercato. Non riuscendo più a vendere, questi ultimi sono costretti a chiudere l’attività o a spostarsi in altri luoghi».

Il nodo giovani e commercio

Tra le iniziative che Confesercenti vorrebbe avviare per risollevare le sorti dei mercati di piazza, c’è un percorso da definire che coinvolga i giovani e li sproni a cimentarsi con la professione del commerciante ambulante. «Serve un ricambio generazionale», dice Tuis, «un cambio di passo che veda i giovani prendere in mano le attività famigliari».

Gli esercenti di bar e ristoranti vedono nello scenario descritto un’opportunità: «Il mercato va tutelato, ma si devono cercare soluzioni per garantire l’occupazione di questi spazi», evidenzia la presidente provinciale di Appe Federica Luni. «Piuttosto che avere spazi vuoti nelle nostre piazze, si potrebbe valutare di renderli disponibili per i plateatici dei pubblici esercizi».

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