Don Marino, le donne, i preti pedofili: tutto quello che c'è da sapere sul nuovo caso nella diocesi di Padova

Il parroco rimosso da Albignasego: le tappe della vicenda, le voci in paese, i comunicati ufficiali della Curia e l'autodifesa del prete che muove accuse ma non fa nomi. Si muove anche la Procura della Repubblica di Padova che apre un'inchiesta 

PADOVA. Il 2 gennaio 2020 don Marino Ruggero, 54 anni, viene indotto dal vescovo di Padova a dimettersi rimosso dal vescovo di Padova dalla titolarità della parrocchia di San Lorenzo in Roncon, quattromila anime, ad Albignasego, periferia urbana di Padova. Venerdì 10 gennaio celebra la sua ultima messa, dopo aver confermato lui stesso, con un post su Facebook, la notizia della sospensione, che era già trapelata da qualche giorno.

Duravano da mesi gli attriti con la curia vescovile di Padova. Dapprima una polemica nata in seguito alle dichiarazioni di don Marino in tema di legittima difesa. «Caro ladro, io mi difendo» aveva riferito nel marzo 2019 alla stampa rendendo poi chiara la sua posizione nella sua rubrica “il Marin Ruggente” all’interno del bollettino parrocchiale. E ancora, alla fine di luglio, una condanna esplicita addirittura al settimanale cattolico Famiglia cristiana, dopo che quest’ultimo aveva esternato posizioni avverse all’allora ministro e vice premier Matteo Salvini, titolando in prima pagina un inequivocabile “Vade retro Salvini”.

Ma negli stessi giorni di gennaio escono anche voci, pettegolezzi circa una possibile questione di donne. E domenica 12 gennaio, alla messa, viene letto un comunicato ufficiale del vescovo Claudio Cipolla che conferma questa versione: «Nell’ultimo anno, il vescovo ha ricevuto diverse segnalazioni riguardo don Marino, relative a comportamenti personali non conformi allo stato clericale». Comportamenti che sarebbero stati «tali da non poter in alcun modo soprassedervi».

Viene parimenti comunicato che nei confronti di don Marino Ruggero è già avviato dinanzi al tribunale ecclesiastico di Padova un processo per "comportamenti non consoni... inerenti agli impegni derivanti dall'obbligo del celibato per i preti".

Emergono altre indiscrezioni sulla liason che avrebbe determinato l’allontanamento di don Marino. Almeno un anno fa una donna, diventata oggetto delle attenzioni don Marino, si sarebbe infatti rivolta ripetutamente alla Curia padovana chiedendo l’intervento dei superiori del prete per farlo desistere dai suoi propositi.

Don Marino, c’è la pista di una donna. Avrebbe denunciato le sue avances
Don Marino con la playmate Francesca Lukasik

Il vescovo Cipolla avrebbe esercitato la sua moral suasion per spingere don Marino alle dimissioni, secondo quanto trapela dalla Curia. Sei mesi sono trascorsi senza alcun risultato. Da giugno, allora, il vescovo avrebbe alzato il timbro della voce e alla fine dello scorso dicembre si è giunti all’accordo tra il prelato e il sacerdote per l’uscita di scena.

A don Ruggero, "alla luce di precise accuse avvalorate da prove - precisa la nota della curia - vengono contestati comportamenti non consoni allo stato clericale, inerenti agli impegni derivanti dall'obbligo del celibato per i preti".

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"Don Marino, contrariamente a quanto finora egli stesso ha dichiarato pubblicamente - precisa invece la nota della diocesi di Padova - era a piena conoscenza dell'ambito delle accuse a lui rivolte, che hanno portato il vescovo a disporre un'indagine previa e successivamente al fermo invito a dimettersi spontaneamente, proprio per dargli la possibilità di difendersi nelle sedi adeguate dalle accuse che gli sono state rivolte".

Accuse che don Marino non tollera e respinge decisamente. Parla di “menzogne” e “malignità” messe in giro ad arte per infangarlo, perché diventato “scomodo” e se ne esce con un’intervista in cui afferma di essere a conoscenza di “preti pedofili” nella diocesi di Padova. Mercoledì 15 gennaio viene per questo convocato in caserma dai carabinieri ad Albignasego, cui conferma le accuse senza però fare nomi. La procura della Repubblica di Padova ha aperto un’inchiesta conoscitiva.

Don Marino: «Ci sono preti pedofili». Ecco perché la Procura di Padova ha aperto un’inchiesta
POLETTO-FOTOPIRAN-ALBIGNASEGO-DON MARINO RUGGERO E VICE SINDACO GREGORI BOTTIN

Ormai è guerra aperta tra la Curia e don Marino. In campo scende di nuovo il vescovo Claudio Cipolla con una nota: «In merito alle presunte accuse di pedofilia mosse a sacerdoti della Diocesi, invito don Marino Ruggero a darne conto per poterne vagliare l’attendibilità e valutare le azioni di sua competenza». Il vescovo al contempo ha richiamato all’ex parroco di San Lorenzo «alle responsabilità che si è assunto con le sue dichiarazioni e all’opportunità di rivolgersi alla Procura della Repubblica se effettivamente è in possesso di prove». Il vescovo «ritiene inoltre che le generiche e pubbliche dichiarazioni di don Marino, oltre a essere altamente lesive della reputazione della Chiesa di Padova, distraggono l’attenzione dai fatti che lo riguardano perciò auspica che la discussione del procedimento canonico che lo riguarda torni nell’unico luogo deputato: il tribunale ecclesiastico diocesano».

E venerdì 24 gennaio è proprio la Procura a muoversi direttamente. Un’ora di faccia a faccia con il pubblico ministero Roberto Piccione che l’ha interrogato come persona informata sui fatti in merito alle accuse che aveva lanciato in merito a “preti pedofili padovani”.

Don Marino interrogato un’ora dal pm
DORO - FOTOPIRAN - ALBIGNASEGO - REC FOTO DON MARINO RUGGERO

Don Marino Ruggero ha raccontato le sue verità incalzato dal magistrato e dagli inquirenti. Raggiunto al telefono il parroco si è trincerato dietro ad un blindato «Non posso e non devo dire assolutamente nulla».

La comunità parrocchiale si schiera decisamente in difesa di don Marino. «Di questi tempi è difficile vedere ragazzi e ragazze tra i 18 e i 20 anni partecipare a certe iniziative, ancora più difficile è vederli andare a messa, eppure con lui è sempre pieno di giovani». «Prima il fango e poi l’acqua? Vergogna». «La parrocchia era morta prima che arrivasse lui, ascoltate i parrocchiani».

Addirittura persone residenti in altri comuni dimostrano di avere molto a cuore quanto il sacerdote ha costruito: «Non non abito ad Albignasego e non sono nemmeno cattolica, sono ortodossa, ciò nonostante sia io che mia figlia veniamo fino alla parrocchia di San Lorenzo proprio per la presenza e le iniziative di don Marino, tutte e due speriamo che ritorni» sono queste le parole di Elena Ododescu, che abita a Bovolenta. «Ha pestato i piedi a qualcuno, per questo vogliono allontanarlo».

All’esterno della chiesa di San Lorenzo viene collocato un banchetto per la raccolta di firme da inoltrare alla curia, come testimonianza del sostegno e del profondo legame instauratosi tra i parrocchiani e il sacerdote. Ben 600 in poche ore le sottoscrizioni messe insieme dai promotori, che si sono rivolti direttamente alla curia, evidenziando tutto il bene e la partecipazione scaturite dall’attività di Don Marino sin dalla sua nomina. Quello che chiedono è che l’allontanamento del sacerdote sia momentaneo e che quindi «alla fine di questo periodo torni da noi per continuare ad arricchirci». Le firme saliranno a 1.800 in pochi giorni.

Fuori dalla chiesa, campeggia un grande cartello: «Arrivederci don Marino, la tua parrocchia». Girano volantini anonimi, si parla di organizzare una fiaccolata sotto la Curia.

Domenica 26 gennaio in chiesa a San Lorenzo viene letto un messaggio del consiglio pastorale e del consiglio per la gestione economica della parrocchia, con cui si esorta ad astenersi dal clamore delle manifestazioni di piazza. «Avvertiamo la responsabilità morale di prendere le distanze dall’utilizzo di lettere anonime, offensive della dignità altrui, recuperiamo la dimensione della comunità, con responsabilità, discrezione e rispetto reciproco; abbiamo fiducia nell’autorità e nell’operato della Curia, perché si acclari finalmente la verità». sono le parole del documento.

 

 

 

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