Vaccini anti Covid, così il Veneto è riuscito a trattare per ottenere 4 milioni di dosi extra

VENEZIA. La corsa in avanti del Veneto per l’approvvigionamento dei vaccini sembra sempre più un «rompete le righe». Le ultime regioni ad accodarsi sono Campania e Liguria, precedute da Lombardia, Emilia e Friuli.
Mentre la Commissione Ue mette in guardia chi decide di intraprendere la strada dell'autonomia: «Sul mercato nero c'è il rischio di finire con prodotti falsi. Qualsiasi cosa fuori dal canale Ue è da guardare con cautela». Corrono su altri binari le trattative delle regioni, tra cui si registra la volata del Veneto, che il 4 febbraio ha inviato una lettera ad Aifa, chiedendo «preventiva autorizzazione a negoziare acquisto e importazione con fornitori esteri per conto della Regione di vaccini il cui numero complessivo di dosi risulta quantificato in 4 milioni».
In attesa di una risposta, Zaia fa sapere di avere già ricevuto 5 offerte; anche per lo Sputnik e per il vaccino cinese, scartati. Già tra 2-3 giorni il quadro sarà più definito, «quando riceveremo le bozze di contratto, precise su tempi e prezzi» spiega Luciano Flor, numero uno della sanità veneta. I contratti saranno «più di due». Ma niente nomi.
«Abbiamo interloquito con i tre fornitori autorizzati da Ema» precisa Flor. Facile immaginare che i contratti da considerare saranno proprio con Pfizer, Moderna e AstraZeneca. I tempi per l'arrivo delle dosi sono «inferiori al mese» e i costi «vicini a quelli negoziati da Ema». Da capire, visto che il mercato è così florido, perché il Paese sia rimasto al palo. Tant'è, incassato il via libera dell’Ue, subordinato alla condizione che non si acquistino dosi già coperte dalla strategia dell’Unione, gli occhi sono puntati su Aifa, che resta in silenzio, ma potrebbe decidere la settimana prossima.
L’approvazione dell’agenzia è "conditio sine qua non" per procedere con l'acquisto di 4 milioni di dosi. Le altre regioni non restano a guardare. Nei giorni scorsi si era parlato di un asse tra Veneto, Emilia e Friuli per strappare condizioni più vantaggiose. L’offerta sul tavolo di Aifa arriva solo da Zaia, che apre ai colleghi: «Quando vedrà i numeri, Flor dirà “C’è un magazzino con questa potenzialità”».
Mercoledì il commissario Arcuri, i ministri Speranza e Boccia e il presidente della conferenza delle regioni Bonaccini hanno ricevuto una lettera di Pfizer, in cui era fissata in giovedì la data ultima «per sottoporre alla Commissione la richiesta di dosi aggiuntive».
Ora, all’asse del nord est si aggiunge la Lombardia che, con la vicepresidente Moratti, fa sapere di essere in contatto «col Veneto e altre due regioni, per verificare i requisiti per acquisti autonomi». Un certo interesse, pur con qualche scetticismo, arriva anche dal presidente ligure Toti. In piena autonomia agisce invece Vincenzo De Luca: «Anche la Campania sta cercando di muoversi per acquistare altri vaccini in altre parti del mondo, al di là della distribuzione che dovrebbe fare il commissario nazionale».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova