Padova accoglie i bambini di Gaza, medici e cittadini in prima linea: la nostra iniziativa
L’appello del Mattino di Padova per aiutare i piccoli palestinesi e le loro famiglie in arrivo dalla Striscia ha già mobilitato istituzioni, cittadini e medici. Tra i nuovi alleati, il dottor Stefano Bellon, che offrirà assistenza gratuita

La città di Padova non rimane a guardare. L’appello del Mattino in poche ore ha già raccolto il supporto di istituzioni, grandi marchi della distribuzione ed esercenti che hanno scelto di agire per dare un aiuto concreto a chi, in questo momento, si trova senza niente.
A muoversi in queste ore c’è anche l’Università che si sta impegnando per trovare una soluzione abitativa, seppur temporanea per le famiglie. E poi c’è la generosità del personale medico, un motore imprescindibile dell’intera iniziativa. Non solo chi opera dentro il perimetro della sanità pubblica ma anche un medico di base che ha messo a disposizione le sue strutture e le sue capacità per una richiesta d’aiuto straordinaria.
Il Mattino, in questa fase, presta i suoi canali di comunicazione come terreno e strumento di dialogo tra privati, istituzioni, associazioni e forze civili con l’obiettivo di trovare un tetto e un supporto economico alle famiglie dei bimbi che arriveranno a Padova per essere curati. La città è stata pronta, la risposta partecipata. Certo gli obiettivi posti all’orizzonte non sono ancora stati raggiunti ed è ancora lunga la strada per ridare serenità a queste famiglie, in fuga dalla guerra, e con dei bambini bisognosi di cure vitali.
Domani notte saranno in città altri due piccoli che in queste ore dovranno lasciare la Striscia martoriata dalle bombe: il loro quadro clinico è complicato al pari degli altri loro coetanei già accolti a Padova. Qui troveranno un sistema sanitario all’avanguardia, basato su centinaia di anni di esperienza: una scuola che ha tradizionalmente affinato le competenze scientifiche di pari passo alla cura e attenzione dell’essere umano prima ancora che di ogni paziente.
Come accaduto durante i mesi passati, i bimbi attesi e chi li accompagnerà troveranno una rete solidale fatta di persone generose e istituzioni consapevoli. Ora però il progetto dell’associazione Padova Abbraccia i bambini ha nuovi alleati.
Alla cordata di mani protese ai familiari dei piccoli palestinesi si è aggiunto nelle ultime ore anche il medico di medicina generale Stefano Bellon. Un nome importante della sanità padovana. Camice bianco in servizio per la Usl locale il 65enne spalanca le porte dei due ambulatori in cui esercita, in via Castelfidardo 11 e in via Milazzo 12. «Disponibilità immediata, anche a domicilio», chiarisce.
«Come indicazione di massima per un pomeriggio alla settimana ma poi dipenderà da quanti saranno effettivamente gli adulti e dalle loro esigenze. Il prendersi cura fa parte del mestiere del medico, a maggior ragione quando si tratta soggetti deboli. Apprendo che l’Azienda ospedaliera avrà in carico i bambini ma, sicuramente, ai loro familiari servirà assistenza sanitaria».
Laureato dal 1984, Bellon esercita dal 1992. La sua generosità non si scopre oggi: da circa cinque anni ogni mercoledì visita gli utenti all’Asilo notturno. «Ho la sensazione di dare continuità a questa esperienza maturata in via del Torresino. Invito colleghi, anche pensionati, a prendervi parte», l’appello. Ne ha viste tante, ha un’idea precisa di cosa attendersi. «Ogni paziente ha una sua storia, spesso difficile. Manifesta delle comprensibili criticità di adattamento psico-sociale iniziali, soprattutto se straniero.
La lingua può essere una barriera ma, con l’inglese che bene o male tutti parliamo, non insuperabile. Diversamente, chiederemo aiuto a un mediatore. Insomma: facciamo tutto quello che serve fare, a partire dall’inserimento in una città e società che non è la loro. Supporto psicologico e gestione di eventuali patologie dovranno procedere insieme e mai prescindere dall’ascolto, parte integrante di questo delicato processo».

Bellon non ha dubbi che presto altri medici sposeranno la causa anche grazie all’interessamento dei media al progetto. «Gli spazi e il tempo si trovano sempre e comunque», confida, «specie nel periodo estivo, solitamente più scarico di lavoro ma, ripeto, eventualmente ci metteremo in due o in tre, chiederò senza remore supporto a colleghi. Ne ho già in mente di più sensibili al volontariato, ora a casa, e che potrebbero prestare servizio come liberi professionisti, dando voce a un richiamo che è naturale in chi ha scelto questo mestiere».
A poche ore dall’arrivo dei bambini però c’è ancora tanto da fare e c’è bisogno del supporto di tutti.
Questo è uno di quei casi in cui anche un piccolo aiuto può fare la differenza. Può permettere all’associazione di trovare un alloggio temporaneo in attesa di una soluzione di lungo periodo. Può permettere l’aiuto per far trovare ai bambini delle ciabatte, una canottiera, o un pannolino. Può ridare dignità ad una famiglia dilaniata dalla guerra, divisa dalla burocrazia e straziata dall’angoscia per la salute del proprio caro.
Come aiutare

Il Mattino di Padova e il gruppo Nord Est Multimedia sostengono il progetto di accoglienza dell’associazione “Padova abbraccia i bambini”. Il progetto si chiama “Una casa per i bimbi di Gaza” e prevede, come obiettivo primario, di dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini rimasti gravemente feriti a seguito dei bombardamenti di Gaza e della Striscia, e che grazie a un corridoio umanitario e sanitario gestito dalla Protezione civile italiana, d’intesa con le Prefetture e i Comuni, vengono (anche) a Padova a curarsi.
L’obiettivo della campagna di solidarietà è dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini in cura a Padova.
E’ stato aperto un conto corrente ad hoc per favorire le donazioni all’associazione, questo è il codice Iban: IT09S0103012190000004226104.
Per informazioni o segnalazioni di disponibilità scrivete a questa mail: cronaca@mattinopadova.it
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